«L’inquilino non paga, il fisco vuole i soldi»
Ho affittato un ufficio a una sedicente azienda chimica, dopo i dovuti accertamenti che hanno rilevato solo una recente costituzione della società. Ho 86 anni, ma non sono una sprovveduta. Alla firma del contratto hanno regolarmente versato 3 mesi di anticipo sul canone annuale, subito compensate da spese che ho dovuto sostenere per loro, riservandosi, appena la banca avesse concesso la fideiussione, di farmi avere il fondo cauzionale poi mai avuto. Inutile dire che facevo molto conto su quei soldi, ma ahimè, non ho più visto un euro. Da un rinvio all’altro, da un’eccezione all’altra, da una scusa all’altra, poi i responsabili si sono resi irreperibili pur occupando sempre l’ufficio, coi loro dipendenti o, peggio ancora, i loro subinquilini. Dopo la rabbia e lo sconforto, la causa: primo accesso, secondo accesso, la forza pubblica! Dopo due anni libero i locali, lasciati in condizioni pietose e gravi danni. Sperando sia finita, pago l’avvocato. Ma non è finita: il commercialista mi dice che sull’importo non percepito, devo pagare le tasse. E non basta! Mi sono arrivate da pagare le spese del tribunale: pur avendo io vinto, non potendo averle dalla controparte perché nullatenente o fallita, li pretende da me. Che sia restituita almeno la somma delle tasse ingiustamente pretese una volta che il tribunale ha accertato che non è stato pagato il canone, è chiedere troppo?