Novartis rilancia sulle terapie geniche: 9 miliardi per Avexis
MILANO La multinazionale svizzera Novartis ha acquistato l’americana Avexis, specializzata in terapie geniche. A fine marzo Novartis aveva venduto a Glaxo, per 13 miliardi, la sua quota in una joint venture dedicata a prodotti di automedicazione e farmaci da banco, ottenendo così risorse per acquisizioni.
L’operazione vale 8,7 miliardi di dollari (pari a 7,063 miliardi di euro). Si tratta di un premio dell’88% rispetto al prezzo di chiusura delle azioni Avexis di venerdì scorso. Ieri all’apertura di Wall Street il titolo è stato premiato dal mercato. Alle 14 di ieri, ora di New York, registrava un + 81%.
La transazione è tutta in contanti e — ha precisato Novartis in un comunicato — gli azionisti di Avexis riceveranno 218 dollari per azione. Il gruppo svizzero intende rafforzare la propria posizione nel settore della terapia genica e punta a riguadagnare terreno nei medicinali soggetti a prescrizione medica prima che alcuni dei suoi best seller perdano la protezione dei brevetti.
Avexis sta sviluppando un prodotto per il trattamento dell’atrofia muscolare spinale, una malattia neurodegenerativa ereditaria, che secondo Novartis ha il potenziale per diventare un campione di vendite. Avexis ha anche capacità produttive e di ricerca preziose che darebbero al colosso svizzero una piattaforma al fianco della ricerca CAR-T sul cancro «per far progredire una pipeline in crescita di terapie geniche attraverso aree terapeutiche», ha dichiarato il numero uno di Novartis Vas Narasimhan.
Ad agosto il farmaco Kymriah prodotto da Novartis ha ottenuto il via libera dalle autorità Usa, diventando così il primo farmaco approvato nella nuova classe di trattamenti CAR-T che si preannuncia come un promettente approccio alla cura dei tumori. Ai pazienti viene somministrato solo una volta. Il suo prezzo è in ogni caso elevatissimo: 475 mila dollari, 385 mila euro. «Il Kymriah — aveva spiegato il presidente della multinazionale Jörg Reinhardt — non è semplicemente una pastiglia, ma un processo altamente complesso. Ai pazienti vengono prelevate cellule, che vengono geneticamente modificate, a livello terapeutico, quindi di nuovo introdotte».