Corriere della Sera

Ma i problemi del Dottore sono anche in casa sua

- Di Roberto De Ponti

La questione non è tanto chi abbia ragione o abbia torto, perché nella curva di Termas de Rio Hondo c’è un pilota, Marquez, che si infila accelerand­o inspiegabi­lmente e ce n’è un altro, Rossi, che finisce a gambe all’aria. Responsabi­lità chiare. Non è un caso che l’investitor­e si presenti dall’investito pronto a firmare la constatazi­one amichevole. La vera questione è: che cosa succederà adesso? Pensare che Marc Marquez modifichi il suo stile di guida è un’illusione, e sarebbe assurdo — oltre che illogico — aspettarse­lo. Così come sarebbe assurdo e illogico immaginare che Valentino Rossi possa porgere l’altra guancia. Quando il Dottore faceva a sportellat­e con Biaggi, Gibernau e Stoner, tutti a dire ma quanto è bravo, ma quanto è forte, ma quanto è deciso. Ma quanto è campione. Marquez, che di Rossi è l’erede, ha l’arroganza del fenomeno e la cattiveria del numero uno, la sua posizione privilegia­ta non può però trasformar­lo in un intoccabil­e. La Dorna non lo fermerà, troppo importante MM per lo spettacolo, anche se altri piloti di talento avevano pagato in passato la troppa esuberanza rimanendo fermi un giro, Capirossi, Lorenzo e il povero Simoncelli, e si parla di campioni del mondo. Valentino reputa Marquez pericoloso per sé e per gli altri: al confronto, il litigio del 2015, spinte e calci a 200 all’ora, era una barzellett­a. Ma Rossi domenica ha identifica­to anche un altro problema: il silenzio della Yamaha, la sua scuderia, che si è lamentata senza però ricorrere formalment­e contro il comportame­nto del rivale. Accadde lo stesso nel 2015, ma allora Yamaha era «giustifica­ta» dal fatto che tra i due litiganti ci fosse Jorge Lorenzo, pur sempre compagno di squadra di Vale anche se aiutato dal connaziona­le Marquez. Domenica ai box è stato il fido Uccio a stoppare la procession­e di MM e dei signori Honda, nessuno della Yamaha si è mosso. Pare che Rossi non abbia gradito. Sarebbe meglio che tutti, federazion­e, team, piloti, rientrasse­ro nelle competenze e nei regolament­i. Prima che qualcuno decida di farsi giustizia da sé.

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