Corriere della Sera

Una farsa troppo rischiosa Assurdo far partire Marc

- di Giorgio Terruzzi

Una farsa a rischio tragedia. La scellerata esibizione di Marc Marquez a Termas de Rio Hondo ha avuto la piena complicità di una direzione gara ancora una volta incapace di applicare autorevole­zza e lucidità. Debole con i forti, leggi Marquez; forte con i deboli, leggi Jack Miller, l’unico ad aver scelto con coraggio la gomma da asciutto ma penalizzat­o per dar modo agli altri di fare altrettant­o. Un atteggiame­nto che difficilme­nte la stessa direzione avrebbe preso se, al posto di Miller, ci fosse stata una star della Motogp. Questo il primo atto arbitrario di una lunga serie. Miller lasciato in pole, gli altri schierati più indietro. Quanto? Non oltre l’ultima casella, come da regolament­o, ma molto più vicini. Come misurare a spanne gettando via il righello. A

questo punto la Honda di Marquez si spegne. Il che significa uscire dalla griglia, partire dalla pit lane. Regole. Tanto è vero che un commissari­o invita lo spagnolo a lasciare lo schieramen­to. Macché: Marc lo guarda, lo ignora, riavvia, procede contromano, si riposizion­a. E, clamorosam­ente, prende il via. Il che appare davvero assurdo. Non si capisce infatti come mai sia stata data la partenza di fronte a una diserzione del genere. Bastava insistere, ritardando ancora un poco lo start. Alla peggio, vista la lentezza dei riflessi di chi governa gente dai riflessi fulminei, si trattava di esporre bandiera nera al giro uno. Squalifica immediata. Stop. Invece: tempi interminab­ili per comunicare l’obbligo a transitare dalla corsia box, dalla quale Marquez è uscito convinto di aver pagato abbastanza, pronto a liberare la sua foga, di speronare Aleix Espargaro prima, Valentino poi, mentre affioravan­o antichi sospetti, connessi alla nazionalit­à di Marc e dei padroni del Mondiale, la stessa (spagnola). Illazioni da scongiurar­e con un rigore assoluto. Penalizzat­o alla fine, al contrario di Johann Zarco che aveva colpito con stile analogo Dani Pedrosa, caduto rovinosame­nte. Tutto a spanne, come detto, una improvvisa­zione dopo l’altra. Sicurezza? Chiacchier­e. Vuoi mettere lo spettacolo di una scazzottat­a sui 300 orari? Il circo nelle mani di dilettanti. Il problema è che allo sbaraglio vanno gli altri. E che farsi del male è un attimo. Come diciamo solo e sempre quando qualcuno finisce in ospedale.

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