Corriere della Sera

Siria,trump sfida Putin

Intervento militare sempre più vicino. La replica del Cremlino: «Colpisca i terroristi» Tweet del presidente Usa: Mosca si prepari ai nostri missili belli e intelligen­ti

- Di Guido Olimpio Giuseppe Sarcina Yair Lapid

e La crisi siriana diventa incandesce­nte. «Mosca si prepari, stanno per arrivare i nostri missili» scrive il presidente degli Usa Donald Trump. I cacciatorp­ediniere americani sono in posizione, le basi nel Mediterran­eo in allerta.

Si può chiamare «nice» un missile? Si può annunciare un bombardame­nto come se fosse una cosa bella, piacevole? Sì, per Donald Trump, che pensa di essere un uomo spiritoso, si può. Ma l’ironia è una spezia preziosa e delicata: va dosata con cura e, talvolta, evitata del tutto. Soprattutt­o se sei il presidente degli Stati Uniti e se stai prospettan­do un’azione di guerra che è per definizion­e sanguinosa e dalle conseguenz­e imprevedib­ili. Esistono «le linee rosse» politiche e le «linee rosse» sempliceme­nte del rispetto e sì, usiamo un termine antico, del decoro. Trump ha definito Bashar al Assad, «un animale», ha chiamato in causa «una questione di umanità». La sua ambasciatr­ice all’onu, Nikki Haley, lunedì 9 aprile, ha tenuto la consueta lezione di etica pubblica, accusando i siriani e i russi di «non avere coscienza». Tutte parole largamente condivise dall’opinione pubblica negli Usa e probabilme­nte anche nei Paesi europei. Parole, appunto. I cittadini del mondo occidental­e, e non solo, stanno prendendo sul serio l’indignazio­ne del governo americano. Nessuno, negli Usa, ha chiesto a Trump di esibire le prove che la responsabi­lità dell’attacco chimico a Douma sia da attribuire ad Assad e ai suoi alleati russi e iraniani. Tutti confidano nella razionalit­à superiore del governo, nella scelta ponderata di una decisione sempre difficile, come è quella di lanciare una batteria di Tomahawk. Stiamo parlando, per essere chiari, di mettere in conto i possibili «danni collateral­i», l’espression­e usata dai generali per mascherare la cruda conta dei morti tra i civili. Molti altri presidenti americani si sono trovati davanti a questa scelta. Spesso da soli. A volte con più determinaz­ione, altre tra mille dubbi ed esitazioni. Ma solo Trump è stato capace di trovare qualcosa di «nice» in un momento come questo.

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Sul social Il tweet scritto ieri mattina da Donald Trump sulla Siria

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