Passo avanti di Di Maio e Salvini Telefonata e patto sulle nomine
Camera, commissione speciale al leghista Molteni. I due leader: no a incarichi a caso
Nel pomeriggio, quando le delegazioni dei tre partiti maggiori saliranno al Colle per il secondo giro di consultazioni, l’asse M5s-lega avrà già incassato un’altra nomina pesante, stavolta non concordata con Forza Italia. Dopo giorni di reciproche punture di spillo, Luigi di Maio e Matteo Salvini hanno annunciato, con un comunicato congiunto, la candidatura del leghista Nicola Molteni alla presidenza della commissione speciale della Camera Ex tesoriere Nicola Molteni, 42 anni, è deputato della Lega (quella gemella del Senato è presieduta dal grillino Vito Crimi) che in assenza di un governo si dovrà occupare del Def. E così il grande escluso, il Pd, accusa il colpo: «Di Maio e Salvini comunicano su carta intestata l’accordo spartitorio», dice Maurizio Martina. Ma pure in FI c’è nervosismo perché la scelta di Molteni «non è stata comunicata».
I due «vincitori» delle elezioni hanno parlato al telefono ma, precisano, solo della elezione di Molteni. La pubblicità al canale di comunicazione M5s-lega è dunque tornata alla vigilia del nuovo giro di consultazioni. Salvini e Di Maio hanno anche tentato di interpretare le mosse di Sergio Mattarella: «Non penso che il presidente della Repubblica conferirà incarichi a caso... Non chiederei incarichi per non concludere nulla», ha detto il leader della Lega. Che ha aggiunto: «Pur rispettando l’autonomia del presidente della Repubblica non ho la maggioranza.tra 10 o 15 giorni magari sarà diverso». E il capo politico del M5S, pur non mollando l’idea che dovrà essere lui il premier, non è stato da meno: «Voglio chiarire che non intendo fare un governo a tutti i costi, un governo per tirare a campare..». E annuncia: «Ho deciso di avviare un comitato scientifico sull’analisi dei programmi elettorali».
Così le consultazioni bis — il centrodestra stavolta va unito — si trascinano i paletti piantati dai partiti al Quirinale una settimana fa: «Il M5S non voterà mai la fiducia a un governo con Salvini e Berlusconi», conferma Di Maio. Il capo del M5S è anche «contento che con Martina e con Salvini si possa parlare». Però Salvini ribadisce «mai con il Pd» e guarda alle regionali in Molise e in Friuli: «Se Lega e centrodestra vincono vedrete che il governo arriverà in fretta e qualcuno abbassa la cresta». In ogni caso sarà necessario aspettare la fine del mese.
I «saggi» di M5S
Il Movimento propone un «comitato scientifico» per il contratto di governo