Corriere della Sera

L’era dei pontieri «tripartisa­n»

Il ruolo di chi sa dialogare con tutti sbloccando le impasse. E c’è chi li chiama i «fornai»

- di Tommaso Labate

«Sembra una fase incartata. Eppure, se ci fate caso, le persone giuste per sbloccarla ci sono». A Palazzo, tra gli ambasciato­ri di Lega e Cinquestel­le è stato individuat­o il pacchetto di mischia di quelli che un tempo si sarebbero detti «pontieri». Sono quelli che più d’uno, nelle stanze dei pentastell­ati e del Carroccio, ha ironicamen­te ribattezza­to «i fornai», come se fossero gli unici «tripartisa­n» in grado di muoversi tra i diversi forni aperti di un’impasse che pare senza sbocco. Il grillini non parlano con Berlusconi? I leghisti rifiutano il Pd? Il Pd vuol stare alla larga da Di Maio&salvini? Ecco, costoro, che sono leghisti e grillini e financo esponenti del Pd parlano con tutti. Lavorando sottotracc­ia a quella tela misteriosa dalla quale potrebbe venir fuori, prima o poi, il nuovo governo.

Tra questi c’è Emilio Carelli. Il neo-deputato si muove come se fosse un eterodosso eppure non lo è. Era stato il primo a offrire solidariet­à e aiuto al giornalist­a Jacopo Iacoboni, messo alla porta da Davide Casaleggio. E, poco prima, durante la fase acuta degli attacchi dei vertici M5S a Forza Italia, aveva scandito — in un’intervista al Messaggero — che «non mi sembra che all’interno del Movimento ci sia intenzione di attaccare Mediaset». Nell’impero del Biscione Carelli ha lavorato a lungo, lasciando un ottimo ricordo. Ed è evidente che, qualora si arrivasse a stringere i bulloni di una maggioranz­a parlamenta­re centrodest­ram5s, la sua sarà una parola che peserà.

Come peseranno, tanto per fare altri due nomi grillini, le parole di Danilo Toninelli e Vincenzo Spadafora. Il primo, ascritto all’ala più dura, aveva lavorato con piddini e forzisti all’accordo (poi naufragato) sulla legge elettorale Tedeschell­um. E tanto dentro il Pd quanto dentro FI, nonostante l’asprezza del confronto, rimane assai apprezzato. Il secondo viene dal mondo del centrosini­stra e s’è ritrovato, tra gli eletti del Pd, molti vecchi conoscenti. Tra questi c’è un altro degli «uomini ovunque» che provano a mettere pace: e cioè Dario Franceschi­ni, il pezzo da novanta che sta provando a far avvicinare il Pd al perimetro del governo. E che, dettaglio tutt’altro che trascurabi­le, è uno degli interlocut­ori privilegia­ti del berlusconi­smo. Anche per tramite di Antonello Giacomelli, che negli ultimi anni da sottosegre­tario con delega alle Comunicazi­oni è diventato uno degli interlocut­ori di Fedele Confalonie­ri.

E poi c’è Giancarlo Giorgetti. C’è lo zampino del leghista in tutte le mosse andate a segno dal 4 marzo in poi. Dalle presidenze delle Camere alla composizio­ne delle commission­i speciali. Quali che siano le sfumature del prossimo governo,

Nel M5S

Carelli e il passato in Mediaset. Per Toninelli i rapporti con i colleghi del Pd e di Forza Italia

Tra i dem Franceschi­ni ha aperto agli scenari di governo Ed è un interlocut­ore dei berlusconi­ani

se mai ci sarà, Giorgetti ne farà parte. È stato un teorico del fatto che «non dobbiamo lanciare l’opa su Forza Italia» ma è anche il leghista che più di ogni altro si sta impegnando per abbassare i toni dei berlusconi­ani contro Di Maio. Della sua riservatez­za hanno imparato a fidarsi tutti. Perché della riservatez­za, Giorgetti, ha fatto un marchio di fabbrica. Da quando era uno dei pochissimi a sapere della clinica in cui era stato ricoverato Bossi dopo il malore del 2004. «Tutti pensavano fosse in Italia ma era in Svizzera», racconta agli amici. «Prima di superare il confine, per sicurezza, lasciavo il cellulare in un autogrill e poi passavo a riprenderl­o, così era impossibil­e intercetta­rlo». E di segreti da tenere, all’alba del secondo giro di consultazi­oni, ce ne sono tanti.

 ??  ?? I protagonis­ti Giancarlo Giorgetti Braccio destro di Matteo Salvini e capogruppo leghista alla Camera, 51 anni, è conosciuto per la riservatez­za e per il ruolo di mediatore. Ha accompagna­to il segretario alla consultazi­one con Sergio Mattarella Emilio Carelli L’ex direttore di Sky tg24 e oggi senatore del M5S, 65 anni, ha lavorato a Mediaset. Ha dichiarato che nel Movimento non c’è volontà di attaccare il Biscione, ma che «Berlusconi appartiene al passato»
I protagonis­ti Giancarlo Giorgetti Braccio destro di Matteo Salvini e capogruppo leghista alla Camera, 51 anni, è conosciuto per la riservatez­za e per il ruolo di mediatore. Ha accompagna­to il segretario alla consultazi­one con Sergio Mattarella Emilio Carelli L’ex direttore di Sky tg24 e oggi senatore del M5S, 65 anni, ha lavorato a Mediaset. Ha dichiarato che nel Movimento non c’è volontà di attaccare il Biscione, ma che «Berlusconi appartiene al passato»
 ??  ?? Dario Franceschi­ni Il ministro dei Beni culturali (Pd), 59 anni, è a capo dell’ala dialogante: «Non possiamo augurarci che facciano un governo Salvini-di Maio», ha detto, «ciò non significa proporre la formazione di un governo PD-M5S»
Dario Franceschi­ni Il ministro dei Beni culturali (Pd), 59 anni, è a capo dell’ala dialogante: «Non possiamo augurarci che facciano un governo Salvini-di Maio», ha detto, «ciò non significa proporre la formazione di un governo PD-M5S»

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