L’impegno del Csm nella lotta ai femminicidi
Le leggi ci sono, i fondi nell’ultima legge di bilancio sono stati triplicati, ma i femminicidi non si fermano. Cosa si possa fare per arginarli verrà discusso in una due giorni organizzata a Roma dal Consiglio Superiore della Magistratura che proporrà soluzioni sulla base di un’analisi che individua falle nella rete di protezione.
A partire dalla scarsa specializzazione nei tribunali. Da un monitoraggio a campione su 139 Tribunali e 138 Procure promosso dai presidenti di VI e VII commissione Paola Balducci e Nicola Di Clivio, è emerso che, a fronte di una nuova professionalità delle Procure, solo nel 17% dei Tribunali sono state costituite sezioni o collegi per trattare questa materia. Nel 90% dei Tribunali piccoli manca. Ma c’è di più. Le donne vittime di violenza hanno fretta. Le coltellate arrivano prima delle sentenze. I processi sulla violenza alle donne durano in media 2 anni e mezzo. E poco più della metà, il 55%, si chiude con una sentenza di condanna. Le Procure concludono le indagini in media in un anno, ma nel 45% dei casi con l’archiviazione (nel 60% a Catanzaro, Torino, Arezzo e Lecco). E se a Perugia e Spoleto il 100% dei dibattimenti si chiude con una condanna, a Vibo Valentia l’80% no. A Napoli c’è il maggior numero di pendenze: quasi 2.000. A Palermo il record dei dibattimenti 682. Serve una corsia preferenziale. Ma il 73% dei Tribunali non ha criteri di trattazione prioritaria. E nel 92% dei casi manca anche la valutazione del rischio di un’escalation. Solo in un tribunale su 4 esistono forme di collaborazione con i servizi sociali comunali. Solo il 40% dei Tribunali collabora con le reti di contrasto. Questo confronto tra istituzioni ed esperti del settore (fra cui Lucia Annibali che da vittima, al Dipartimento delle Pari Opportunità, è divenuta artefice di strategie anti-violenza) darà luogo a linee guida da portare in plenum. L’iniziativa è nata dalla «forte sensibilità delle donne consigliere sulla violenza di genere, condivisa da tutto il consiglio», annuncia il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini. E «arricchisce di un frutto prezioso la già ampia e molto innovativa produzione di questo Csm sulla cultura organizzativa e la specializzazione degli uffici giudiziari».