«Lezioni civiche con voto in pagella» Il piano di Firenze
Nardella: ecco la nostra proposta di legge
FIRENZE Almeno trentatré ore l’anno d’insegnamento di educazione alla cittadinanza, affidate ai maestri delle scuole materne e primarie fino ai docenti di discipline filosofiche, storiche, giuridiche ed economiche delle superiori. Se poi le ore fossero di più, meglio ancora. Perché l’educazione a diventare cittadini responsabili e diligenti dovrebbe essere uno dei capisaldi della convivenza civile.
La proposta arriva da Palazzo Vecchio, la sede del Comune di Firenze. E non è un caso, probabilmente, perché nella capitale del Rinascimento anche la rinascita di quella che un tempo si chiamava educazione civica potrebbe trovare la sua dimora ideale. L’idea l’ha lanciata il sindaco Dario Nardella che ieri, insieme alla sua vice Cristina Giachi, che ha la delega all’educazione, ha presentato una bozza di proposta di legge d’iniziativa popolare. Sei articoli in tutto, per ora, aperti a ogni ipotesi di miglioramento, ma già indicativi di una filosofia: quella dell’amore verso le regole e dell’amore verso la cosa pubblica. Norme, che dovrebbero essere impresse nella coscienza morale di ogni cittadino, e invece sono spesso cancellate dalla maleducazione o peggio dalla violenza nichilista. Proposta
● Il sindaco di Firenze ha presentato una bozza di proposta di legge di iniziativa popolare per introdurre l’educazione alla cittadinanza
● Previste almeno 33 ore annuali e voto a fine anno Fondamentale però è partire con l’insegnamento fin dalle scuole materne. Sarebbe un imprinting per le future generazioni».
E avrebbe anche una funzione importante nel processo d’integrazione. «Come l’educazione ambientale e digitale sono diventate strumento pragmatico e non ideologico — continua il sindaco di Firenze — anche la pedagogia civica aiuterebbe i bambini e i ragazzi di altre culture a capire le nostre regole e dunque a rispettarle con maggiore facilità».