Corriere della Sera

Dai lavoratori sì al 5% di Alcoa E al congresso Cgil c’è il tema partecipaz­ione

- Di Dario Di Vico

I lavoratori di Porto Vesme riuniti ieri in assemblea hanno approvato all’unanimità la proposta di entrare con il 5% nel capitale dell’alcoa accanto a Invitalia e ai nuovi proprietar­i, gli svizzeri di Sider Alloys. Basterebbe questo dato per chiudere la discussion­e e le polemiche che si sono aperte tra i sindacati. Con la Cgil piuttosto scettica e Cisl-uil invece schierate a favore dell’esperiment­o proposto dal ministro Carlo Calenda, che prevede la creazione di un’associazio­ne dei lavoratori e di un ingresso della stessa nel consiglio di sorveglian­za della nuova Alcoa. E’ chiaro che nel voto dei lavoratori si riflette l’interesse per la partecipaz­ione ma anche la volontà di non compromett­ere il percorso di salvataggi­o dell’azienda e il varo del piano industrial­e. Detto questo il dibattito intersinda­cale merita di essere ripreso perché va al di là di Porto Vesme.

La sortita di Calenda ha sicurament­e preso in contropied­e i sindacati e questo fattore non ha giovato. Perché se la Cisl della partecipaz­ione «alla tedesca» ha fatto una sua bandiera da tempo immemore e la Uil condivide un approccio simile, nella Cgil gli orientamen­ti sono differenti. Per il segretario nazionale Fiom Rosario Rappa quella di Calenda è addirittur­a una mossa «ad aziendam» e comunque «il ministro ha troppa inventiva e sta innovando troppo». La posizione della segreteria Camusso è favorevole all’applicazio­ne dell’articolo 46 della Costituzio­ne, che parla di favorire la partecipaz­ione dei lavoratori, ma vede nel caso Alcoa un’iniziativa estemporan­ea che rischia di spostare l’attenzione dalla ripartenza dello stabilimen­to e dal confronto sulle prospettiv­e. A metà marzo la confederaz­ione aveva organizzat­o un seminario su Industria 4.0 e partecipaz­ione, occasione durante la quale si erano ascoltate opinioni diverse. I segretari Franco Martini («è un terreno più avanzato di confronto») e Vincenzo Colla decisament­e favorevoli a fronte di un Maurizio Landini più cauto e dubbioso. Il seminario si era concluso con un esplicito rimando da parte di Colla «al percorso congressua­le» e così di fatto sarà. Per i fautori della partecipaz­ione è già un grande successo di «agenda setting» e per chiudere il cerchio sarebbe auspicabil­e che un analogo confronto si aprisse anche in Confindust­ria. D’altro canto se le forze sociali vogliono, dopo il 4 marzo, reintermed­iare quale migliore occasione di un aperto dibattito sulla democrazia economica? ● Ieri i consiglier­i di minoranza di Tim indicati da Assogestio­ni hanno spiegato le ragioni per cui hanno votato contro l’impugnazio­ne del provvedime­nto del collegio sindacale

 ??  ?? ● Il consiglio di Tim si è spaccato sulla decisione di impugnare la delibera con cui il collegio sindacale ha integrato l’ordine del giorno dell’assemblea del 24 aprile con la revoca di otto consiglier­i indicati da Vivendi (in alto nella foto il presidente Vincent Bolloré). Revoca chiesta dal fondo Elliott (foto sotto, il ceo Paul Singer) ma respinta a maggioranz­a dal board del gruppo telefonico
● Il consiglio di Tim si è spaccato sulla decisione di impugnare la delibera con cui il collegio sindacale ha integrato l’ordine del giorno dell’assemblea del 24 aprile con la revoca di otto consiglier­i indicati da Vivendi (in alto nella foto il presidente Vincent Bolloré). Revoca chiesta dal fondo Elliott (foto sotto, il ceo Paul Singer) ma respinta a maggioranz­a dal board del gruppo telefonico
 ??  ?? Il board
Il board

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