Tim, gli indipendenti all’attacco Vivendi, il 19% di Mediaset al trust
I consiglieri di minoranza: dai sindaci atto dovuto. Titoli sterilizzati
La spaccatura nel consiglio di Tim si fa sempre più profonda. Ieri i consiglieri di minoranza indicati da Assogestioni hanno rimarcato la distanza dal resto dei componenti del board — indicati da Vivendi — mettendo nero su bianco il motivo del loro dissenso. In una nota pubblicata sul sito Tim tra i documenti assembleari, Lucia Calvosa, Francesca Cornelli, Ferruccio Borsani, Dario Frigerio e Danilo Vivarelli hanno spiegato perché hanno votato contro l’impugnazione della richiesta di revoca di otto consiglieri Tim, inserita d’imperio dai sindaci all’ordine del giorno dell’assemblea del 24 maggio, dopo il no a maggioranza del consiglio alla stessa richiesta avanzata da Elliott. «L’ordinamento — spiegano i consiglieri — prevede l’impugnazione da parte del collegio sindacale delle delibere del cda ma non conosce l’ipotesi inversa, che si presenta come un monstrum». «L’integrazione dell’ordine del giorno dell’assemblea del 24 aprile — prosegue la nota — è rilevante e dovuta anche in presenza delle dimissioni della maggioranza dei consiglieri», contrariamente a quanto sostiene Vivendi, che ha ordinato ai consiglieri da lei nominati nel board Tim di dimettersi per far cadere l’intero consiglio e andare così al rinnovo. La delibera con cui è stata respinta a maggioranza la domanda di Elliott «è stata adottata in violazione dei commi 1 e 2 dell’art. 2391 c.c., — sostengono i consiglieri di minoranza — e per di più col voto determinante di consiglieri in conflitto di interessi (perché contrari all’integrazione avente ad oggetto la loro revoca)».
La nota dei consiglieri di minoranza di Tim si aggiunge a quella diffusa lunedì in cui il collegio sindacale ha spiegato le ragioni della propria iniziativa, contestando l’impugnazione che gli avvocati di Tim depositeranno oggi al Tribunale di Milano. Intanto, in vista dell’assemblea, la Cassa depositi e prestiti ha iniziato a prendere posizione rastrellando il 4,2% del capitale di Tim. Mentre Vivendi ha reso noto di aver dato seguito al dispositivo dell’antitrust conferendo a un «blind trust» il 19,1% di Mediaset, su una quota complessiva del 29,9%.
Le norme
«È il collegio sindacale che può impugnare le delibere del cda, non esiste l’ipotesi inversa»