Camusso e la carta del sindacato mondiale
(pa.gra.) L’idea di scendere in politica, come anticipato da Maria Teresa Meli, si allontana sempre più. Ai nove colleghi del «board» della confederazione di Corso d’italia, infatti, Susanna Camusso (foto) ha già comunicato alcuni giorni fa le sue (possibili) future intenzioni. E subito dopo Pasqua, informalmente, la notizia è arrivata anche ai piani alti di Cisl e Uil. Fatto sta che la segretaria generale della Cgil, che a gennaio 2019 lascerà la leadership ereditata da Guglielmo Epifani, potrebbe provare a scalare il vertice del sindacato mondiale. Quella Csi o International Trade Union Confederation che dir si voglia, guidata dal 2010 dall’australiana Sharan Burrow, 63 anni, eletta per la prima volta a Vancouver e poi confermata nel 2014 a Berlino. Proprio la battagliera sindacalista del Nuovo Galles del Sud ha già annunciato che tenterà di restare ancora in sella, puntando su un significativo rinnovo della squadra. Il congresso è previsto per fine 2018 a Copenaghen e, dunque, le eventuali altre candidature vanno ufficializzate entro l’inizio di giugno. Camusso ci sta pensando seriamente. In passato, nel 1992, il nostro movimento dei lavoratori ha già espresso il timoniere della Csi: Enzo Friso (Cisl). In quello stesso periodo un altro esponente dell’organizzazione di via Po, Emilio Gabaglio, era alla testa della Confederazione europea dei sindacati. Sigla anche oggi governata da un italiano: Luca Visentini (Uil). Intanto — mentre in Cgil tiene banco il rinnovo del vertice (il borsino vede in crescita le quotazioni dell’emiliano Vincenzo Colla; stabili quelle di Maurizio Landini e in calo quelle di Serena Sorrentino) — Camusso starebbe già valutando possibili alleanze internazionali per scalare il sindacato mondiale. Una sfida non semplice da affrontare. Ma lei, prima donna alla guida della confederazione di Corso d’italia, è abituata a combattere.