Corriere della Sera

I tormenti di Oscar Wilde in un ritratto commovente

- di Maurizio Porro

The Happy Prince, Principe felice, titolo col senno di poi quasi ironico, è la fiaba che Oscar Wilde ascoltava dalla mamma e poi trasmise ai figli e anche a una coppia di giovani amichetti. Questa biografia dello scrittore vittima di regali soprusi (Queen Vittoria gli sopravviss­e di un anno), è il finale di partita, l’esilio parigino in povertà e sotto falso nome, dopo la condanna per sodomia, fra bassifondi e pochi amici (uno fu Gide): fu deserto il funerale, riposa al Père-lachaise.

Il deb regista Rupert Everett (Wilde in teatro a Londra in The Judas kiss) vaga nel tempo, nel dolore, nello spazio, con la passione della dignità, passando da Parigi a Posillipo inseguito dai suoi fantasmi e dalla malattia che lo portò nel 1900 a morire circondato, disse, da un’orrenda tappezzeri­a. Un film che Everett indossa sulle sue misure inquadrand­o un pezzo poco noto dell’infame storia, confortato da pochi amici e il distruttiv­o Bosie complice di un’orgia di femminiell­i (la parte più vintage e folk). Il film sfodera momenti dolci e ispirati, raccontato come un album di ignominie omofobe e cita il Visconti di Morte a Venezia, dando per noti i tre processi, ben rappresent­ati da Atti osceni al Teatro dell’elfo di Milano.

Complici colleghi di gran classe e umanità (Colin Firth, Emily Watson, Colin Morgan), questo finale De profundiis è il più ispirato tra i film sullo scrittore del Garofano verde, maestro d’aforismi su cui incombe un riflesso para cristologi­co che Oscar avrebbe risolto con una battuta.

 ??  ?? A NapoliColi­n Morgan (32 anni), Lord Alfred «Bosie» Douglas, e Rupert Everett (58), Oscar Wilde, nel film «The Happy Prince - L’ultimo ritratto di Oscar Wilde»
A NapoliColi­n Morgan (32 anni), Lord Alfred «Bosie» Douglas, e Rupert Everett (58), Oscar Wilde, nel film «The Happy Prince - L’ultimo ritratto di Oscar Wilde»

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