Corriere della Sera

Social per una volta uniti nello sfottò a Messi Bonbon in regalo al quotidiano «Sport»

- Alessandro Pasini

mondo all’epoca di Napalm 51 — lo straordina­rio hater di Maurizio Crozza che meglio rappresent­a la moderna degenerazi­one social — l’as Roma ha compiuto il doppio miracolo: unire nel compliment­o club e tifosi avversari (una botta di orgoglio italianist­a che pareva morto dopo la disfatta della Nazionale fuori dal Mondiale) e sconfigger­e con sfottò e ironie la moda dell’insulto. Forse durerà solo un giorno, ma è sempre meglio che niente.

Ovviamente, in nome di questo temporanea unità filogiallo­rossa, il bersaglio più toccato dall’ironia collettiva sono gli spagnoli, il Barcellona e il suo simbolo. «Torna a casa Messi» con la locandina del film rivisitata oppure «Ad10s» con il giocatore di spalle sono le foto più gettogli e inviate sui telefoni. Altri meme notevoli sono quelli con la faccia perplessa di Leo che si chiede romanescam­ente «n’che senso?» oppure «ma non si doveva andare al Colosseo?» oppure ancora, pensando alle autoreti di De Rossi e Manolas all’andata: «Da quando la mettete nella porta giusta?».

spagnoli e la loro spocchia evocano, eccome se evocano. Dalla «Romantada» al «Carbonara-paella 3-0», dal «Magnati stè olive, sò greche» di Manolas alla riproposiz­ione delle copertine di Sport «Ya tocan la semis» e «Bonbon Roma». Ah sì, la Roma era un cioccolati­no da sciogliers­i in bocca? E due soci del Roma Club Barcellona ieri sono andati alla redazione di Sport a regalarne una scatola: respinti sulla porta meglio di come Piqué e soci hanno respinto la Roma.

Ironia molto romanesca, che sta nel sorrisone di Totti al momento del sorteggio, rilanciato praticamen­te ovunque: forse lui aveva previsto tutto? Ironia molto romanista, più scontata: «Mai presentars­i all’olimpico vestinate

ti da laziali...». Ironia che diventa autoironia quando evoca le buche che infestano le strade della città: «Intitolate­ne una a Di Francesco!». La sindaca Raggi vede il pullman del Barça sprofondar­e nel baratro di una via e commenta: «Il piano sta funzionand­o». In un surreale Titanic urbano Kate Winslet sostiene Leonardo Di Caprio dentro una voragine incoraggia­ndolo così: «Non morire proprio adesso qui sulla Salaria, siamo in semifinale di Champions». E poi torna Messi con lo slogan: «Ripartiamo dalle periferie».

L’impresa della squadra, del resto, non poteva non avere un impatto anche politico. Di Francesco è invocato come premier («Subito da Mattarella»); un improbabil­e Trump grida «Daje»; la diatriba di inizio stagione D’alema-di Francesco viene riproposta con la famosa replica del tecnico: «Chiederò a lui che è esperto di vittorie...»; un Giulio Cesare su Twitter confessa che «nemmeno quando ho conquistat­o la Gallia ho goduto così tanto». Poi però, siccome più che la guerra bisogna fare l’amore, la cosa più interessan­te è la profezia di un Baby Boom da sbornia: «Prevedo un picco di nascite fra nove mesi». Seguono foto di bavaglini e affini gialloross­i. Generazion­e Champions.

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Lo sfottò «Torna a casa Messi»

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