Liti e veti, il Quirinale preme
Berlusconi: no agli antidemocratici. E fa infuriare Lega e M5S: battutaccia
Berlusconi, dopo l’incontro con Mattarella, fa parlare Salvini ma si prende la scena e accusa i 5 Stelle: «No agli antidemocratici». Che replicano: «Faccia un passo di lato». Anche la Lega critica il leader di Forza Italia: battutaccia inopportuna.
Nel film della giornata ROMA che ruota intorno alle consultazioni al Quirinale ci sono 4 fotogrammi da mettere a fuoco per provare a decifrare il rebus del governo. Uno: lo show di Silvio Berlusconi che ruba il microfono agli alleati denunciando i grillini: «Attenti a chi neanche conosce l’abc della democrazia...». Due: i 30 minuti impiegati da Luigi Di Maio al termine dell’incontro con il capo dello Stato per mettere a punto una risposta al Cavaliere: «La battutaccia di Berlusconi nei nostri confronti dimostra che il centrodestra è diviso e guarda più al Pd. La Lega decida, noi non andremo mai al governo con Forza Italia». Tre: la rabbia di Matteo Salvini che una volta sceso dal Colle fa dire a Giancarlo Giorgetti e Gianmarco Centinaio: «La battutaccia poco felice di Berlusconi ha dato a Di Maio l’assist per respingere l’offerta che il centrodestra aveva fatto un’ora prima». In ogni caso, il leader della Lega non molla: «Continua il dialogo con M5S ma scendano dal piedistallo. Governo con loro o si vota».
Ore 12, Camera
L’asse M5s-lega macina poltrone: il leghista Nicola Molteni è eletto presidente della commissione speciale per il Def. Forza Italia e M5S si aggiudicano vicepresidenti e segretari. Il Pd denuncia: «Spartizione di poltrone».
Ore 15, Palazzo Grazioli
Berlusconi fa uscire allo scoperto le capogruppo, Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini: «Parteciperemo a un governo solo se ci sarà una dichiarazione esplicita dl M5S perché ci sia pari dignità in tutto il centrodestra. Altrimenti la trattiva non parte».
Ore 17, Quirinale
Maurizio Martina (Pd) abbassa i toni rispetto a una settivuole mana fa: «Le forze che hanno prevalso il 4 marzo hanno l’onere di governare. Faremo il nostro lavoro in Parlamento come minoranza», dice il segretario reggente non citando la parola «opposizione». È «inaccettabile un rinvio dell’incarico a dopo le elezioni in Molise», insiste il Pd. «Mattarella ci ha fatto sapere che una soluzione rapida», dirà poi Giorgetti.
Ore 17.15, Camera
Dalla «war room» del M5S parte un’altra bordata contro Berlusconi firmata dai capigruppo Danilo Toninelli e Giulia Grillo: «Forza Italia potrebbe risolvere l’impasse facendosi di lato e consentendo un governo M5s-lega». Intanto al Quirinale Berlusconi, che nello Studio alla Vetrata si accaparra il posto sul divano vicino alla poltrona del presidente, una volta giunto nella Loggia dà la parola a Salvini incaricato di leggere il comunicato della coalizione: e scandisce con gesti plateali il contenuto del testo («Proponiamo
Luigi Di Maio entra nel cortile d’onore a bordo della sua utilitaria, parcheggia, consegna le chiavi a un valletto (che poi avrà difficoltà a spostare l’auto). Il colloquio con Mattarella dura 30 minuti, come gli altri. Ma dalle 19, quando termina il faccia a faccia, passa mezz’ora prima che l’anticamera si apra: «Mai un governo con FI e Berlusconi» dice dunque Di Maio e, commentando la «battutaccia» del Cavaliere, ribadisce l’invito alla Lega a sostenere un governo con il M5S. Con il Pd, invece, la partita sembra chiusa. Si conclude la giornata di consultazioni con tutte le delegazioni (al Colle anche autonomie, Misto, +Europa, socialisti, Leu e Svp) che citano la guerra in Siria. Salvini richiama lo spirito di Pratica di Mare (incontro Nato-russia) caro a Berlusconi e boccia «ogni azione unilaterale». Di Maio dice che un governo da lui guidato «resterebbe accanto agli alleati». Martina a Salvini: «Se vuole cambiare alleanze lo dica agli italiani».
Ore 23, studi Rai
Giorgetti fa la sintesi di una giornata molto impegnativa per Sergio Mattarella quando gli viene chiesto se, ora, se ne esce con un incarico esplorativo al presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati: «Potrebbe essere un modo per fare un sondaggio meno formale». Poi la senatrice Licia Ronzulli, braccio destro di Berlusconi, corregge con una nota la frase del Cavaliere: «Non ha mai messo veti».