Corriere della Sera

E Roma si chiama fuori

Gentiloni: non parteciper­emo a raid militari. Governo informato sull’uso delle basi

- Di Marco Galluzzo

Sigonella e Aviano

● L’aeroporto militare Cosimo Di Palma, noto come base di Sigonella, vicino a Siracusa, Sicilia. È il secondo più utilizzato d’europa. Ospita anche l’aviazione americana: da qui decollereb­bero i droni e gli aerei da ricognizio­ne

● Anche la base di Aviano, in Friulivene­zia Giulia, è utilizzata dall’aeronautic­a Usa. Da qui possono partire i caccia per la protezione aerea, e gli aerei cisterna, come gli Strato-tanker, per il rifornimen­to in volo Evacuati

Un gruppo di ribelli che si sono arresi viene portato via con un furgoncino da Douma, nella Ghouta orientale, verso il campo di Wafideen ROMA Le basi italiane interessat­e, più di altre, sono Sigonella ed Aviano. I droni, gli aerei da ricognizio­ne, nella prima. I caccia che devono fare protezione aerea, nella seconda. E poi gli aerei cisterna come gli Strato-tanker, per il rifornimen­to in volo.

A Palazzo Chigi sono stati informati, ci sono stati diversi contatti con le autorità americane, ma il quadro che si è delineato per il nostro Paese è quello di un’operativit­à delle forze alleate, in primo luogo americane, che non richiede autorizzaz­ioni particolar­i da parte del nostro esecutivo.

Sia le basi Nato che quelle degli americani hanno infatti bisogno di un via libera di Palazzo Chigi se vengono usate come partenza per azioni militari esplicite. Ma in questo caso si è concordato che l’italia starà in qualche modo alla finestra, come del resto è finora avvenuto nel quadro del conflitto siriano.

Ricognizio­ne, protezione aerea, rifornimen­to in volo, infine la protezione dei confini, italiani e Nato, sono attività militari che in qualche modo possono definirsi business as usual. Ovviamente Gentiloni è stato informato di un intensific­arsi di questo range di attività, ma nulla più di questo sembra sia stato discusso o chiesto fra alleati. Di sicuro ha avuto un peso anche la particolar­e situazione del nostro esecutivo, in carica per gli affari correnti. Con un governo nella pienezza dei suoi poteri forse l’italia avrebbe giocato un ruolo diverso, ma in questo caso ogni forzatura avrebbe rischiato di mettere in imbarazzo Palazzo Chigi.

In questa cornice ieri Paolo Gentiloni ha ribadito che «l’italia non parteciper­à ad azioni militari in Siria. In base agli accordi internazio­nali e bilaterali vigenti, continuerà a fornire supporto logistico alle attività delle forze alleate, contribuen­do a garantirne la sicurezza e la protezione».

Il presidente del Consiglio in carica per gli affari correnti ha anche sottolinea­to che «una soluzione stabile e duratura per la Siria potrà venire lavorando per la pace e dando spazio alle Nazioni Unite, a Staffan de Mistura e ai tavoli negoziali perché non si perda la speranza».

Nel corso della giornata il premier si è confrontat­o con i

Il premier

Diversi contatti con le autorità americane, colloquio con la cancellier­a Merkel

d Una soluzione stabile e duratura per la Siria arriverà lavorando per la pace e dando spazio all’onu

ministri degli Esteri e della Difesa e con i consiglier­i diplomatic­o e militare di Palazzo Chigi. Ha anche avuto diversi contatti internazio­nali, fra cui quello con la cancellier­a Angela Merkel.

La base di Sigonella in Sicilia ospita velivoli da pattugliam­ento marittimo P-3 Orion e P-8 Poseidon, aerei senza pilota tipo Hale (High altitude long endurance), Global Hawk per la sorveglian­za strategica ad alta quota, velivoli senza pilota tipo Male (Medium altitude long endurance) Reaper armati, aeroriforn­itori e velivoli da trasporto, più un’aliquota di marines appartenen­ti a task force di pronto intervento.

Sia Matteo Salvini che Luigi Di Maio hanno ribadito la fedeltà del nostro Paese alla Nato e all’alleanza con gli americani. Per entrambi, una soluzione della crisi siriana, è solo pacifica e negoziale.

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