Corriere della Sera

«Silvio si è innervosit­o perché non parlava lui Ma le cose cambiano»

- Marco Cremonesi Paola Di Caro

a un tavolo, un paio di persone per ogni forza politica, e insieme concordare il programma». Non con il Pd: «Mai. L’unico modo per far rientrare i Dem è un accordo tra loro e i 5 Stelle. In quel caso, tanti auguri...».

Insomma, la situazione per il momento non è sbloccata: «Speriamo di fare in fretta e speriamo nel Vinitaly... » scherza il segretario leghista. Un riferiment­o al fatto che domenica sia lui che il capo politico stellato saranno entrambi alla grande esposizion­e vinicola di Verona. Al momento non è previsto alcun incontro. Salvini sarà alla fiera al mattino e Di Maio nel primo pomeriggio. Ma quello che ieri ancora non era fissato, non è detto che non lo sia oggi. Alleati

Il segretario della Lega Matteo Salvini dopo la dichiarazi­one al Quirinale con la presidente di FDI Giorgia Meloni (Ansa)

Ha lavorato per portare la coalizione unita con tutti i suoi leader al Quirinale. E ieri al vertice si è battuta perché al termine delle consultazi­oni il centrodest­ra parlasse con un’unica voce, quella di Matteo Salvini: «È lui il candidato premier che abbiamo indicato a Mattarella, siamo uniti ed è il caso di dimostrarl­o». Per questo Giorgia Meloni, l’unica rimasta in silenzio mentre il capo della Lega leggeva il comunicato e quello di FI chiosava a modo suo, appare infastidit­a: «Berlusconi? Fino a ieri sarebbe stato impossibil­e anche immaginare che qualcuno parlasse al posto suo. Ma le cose cambiano, se ne è accorto anche lui, e si innervosis­ce...».

Dalle parole di Berlusconi sembrava ci fosse una nuova chiusura al M5S...

«La nostra posizione è espressa nel comunicato che abbiamo scritto assieme, e contiene alcuni chiari passi avanti. Il primo è l’aver ribadito — presentand­oci non singolarme­nte ma come coalizione — l’unità del centrodest­ra».

Va escluso governo Lega-m5s, insomma.

«Il tentativo del M5S di spaccare l’alleanza è evidenteme­nte fallito, nessuno di noi è caduto nella trappola. Chiunque dialoghi con Salvini sa che Salvini sta dialogando a nome di noi tutti. E per questo abbiamo ribadito che l’incarico di governo spetta al centrodest­ra che ha vinto le elezioni, e che è pronto ad arricchire il proprio programma con le proposte ricevibili di chi vorrà assicurare con noi un governo al Paese».

Il M5S, intende?

«Ci rivolgiamo a loro perché è diritto degli italiani che il loro voto sia riconosciu­to e rappresent­ato, e sono il centrodest­ra e il M5S le forze vincitrici delle elezioni. Il mio partito ha compiuto un passo avanti verso il dialogo con le forze politiche, rispetto alla posizione che avevamo espresso nel primo giro di consultazi­oni che era quella di cercare i consensi tra i parlamenta­ri. Vedremo se ci saranno o no le condizioni per un’intesa».

Ma dialogo con le forze politiche significa anche con il Pd?

«Non penso che con il Pd esistano le condizioni per arrivare ad un accordo organico. Non sarebbe rispettoso della volontà degli italiani».

Il premier potrebbe essere anche un leghista come Giorgetti?

«Sia nel vertice che con il capo dello Stato non si sono fatte ipotesi diverse da quella di Salvini. Che non mi sembra comunque intenziona­to a fare alcun passo indietro».

Vi aspettate un incarico alla fine delle consultazi­oni?

«Noi riteniamo che ci si debba mettere al lavoro al più presto, nell’interesse degli italiani. Al presidente Mattarella ho portato il dossier del sindaco dell’aquila che denuncia come l’ue abbia chiesto la restituzio­ne dei fondi alle imprese erogati nel post-terremoto, in quanto “aiuti di Stato”. È una vergogna. Deve muoversi subito un governo. Ma...».

Ma?

«Forse i tempi non sono ancora maturi, vedremo. Ci rimettiamo alla saggezza del capo dello Stato».

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