Dateci più tasse (e più servizi): siamo inglesi
LONDRA C’è un Paese dove la schiacciante maggioranza della popolazione è a favore dell’aumento delle tasse. Ed è facile intuire che non si tratta dell’italia: è la Gran Bretagna, dove ormai il 61 per cento dei contribuenti si dice disposto a versare di più allo Stato pur di veder finanziati adeguatamente i servizi pubblici, in particolare il sistema sanitario. È il risultato di un’indagine condotta dal Centro nazionale per la ricerca sociale, che mostra un netto incremento del numero di persone favorevoli all’aumento delle tasse: nel 2016 erano il 49 per cento, mentre nel 2014 si trattava «solo» del 41 per cento. Lo slittamento di consensi è particolarmente accentuato fra gli elettori conservatori: oggi il 56 per cento di loro è disposto a versare di più allo Stato, mentre quattro anni fa erano soltanto il 33 per cento. Solidamente profisco i sostenitori laburisti: ben il 68 per cento chiede più tasse. Il motivo di questo atteggiamento è la crescente insoddisfazione nei confronti del sistema sanitario nazionale: ma al contribuente britannico è ben chiaro il concetto che se si vogliono servizi pubblici migliori bisogna pur finanziarli. E i soldi non possono venire che dalle tasse: infatti la percentuale di chi chiede una riduzione delle imposte è irrisoria, nella consapevolezza che ci sarebbe un impatto negativo su sanità, scuola e così via. E i britannici non solo chiedono di pagare più tasse, ma si attrezzano a farlo anche prima dell’intervento dello Stato: a Londra sono infatti decine di migliaia le persone che, ogni anno, decidono di versare al fisco più di quanto dovrebbero.
Una forma di «obolo per la patria» vissuto come un contributo personale al bene pubblico. Non deve dunque meravigliare che nei programmi dei partiti, a differenza che da noi, non figuri la riduzione delle imposte: anzi, alle ultime elezioni i laburisti sono passati dal 30 al 40 per cento con la promessa di alzare le tasse ai contribuenti più ricchi. E ormai anche il governo conservatore sta studiando come incrementare il gettito fiscale per invertire il declino dei servizi pubblici. Più di dieci anni fa il compianto ministro Tommaso Padoa-schioppa aveva suscitato ilarità definendo le tasse «bellissime»: in Inghilterra gli avrebbero dato la cittadinanza onoraria.