Corriere della Sera

Chelsea Hotel, il mito all’asta attraverso le porte delle star

A New York da 5.000 dollari per l’uscio di Bob Marley e Janis Joplin

- Chelsea Hotel No. 2

Ospiti

● Il Chelsea Hotel è uno storico hotel di New York, fondato nel 1884, e noto per aver ospitato per lunghi periodi scrittori, musicisti e artisti in genere

● Tra gli ospiti più famosi: Bob Dylan, Janis Joplin, Patti Smith, Leonard Cohen, Arthur C. Clarke, Dylan Thomas, Sid Vicious, Robert Mapplethor­pe e una serie di artisti legati ad Andy Warhol

● Nel 1966 Warhol vi girò The Chelsea girl, un’opera composta da 12 film

Anche le porte, a volte, hanno un’anima. In particolar­e quelle che sono state messe all’asta ieri sera a New York. Non usci qualunque, bensì gli ingressi al magico e folle mondo del Chelsea Hotel, in cui sono nate opere d’arte, pensieri rivoluzion­ari, canzoni che sono già storia. Tra le mura di questo storico edificio gotico vittoriano sulla 23esima strada, tra la Settima e l’ottava Avenue, hanno vissuto tanti geni dei tempi moderni: da Mark Twain a Jack Kerouac, da Tennessee Williams a Patti Smith. Ma è negli anni Sessanta che l’hotel è diventato leggenda.

Al numero 614 Arthur Miller si rifugiò dopo il divorzio da Marilyn Monroe e qui scrisse la pièce teatrale Dopo la caduta. Bob Dylan, invece, passò per ben tre camere — 211, 215 e 225 — e infilò l’hotel nella canzone dedicata alla moglie, Sara (Staying up for days in the Chelsea hotel/writing Sad Eyed Lady of the Lowlands for you). Leonard Cohen, residente fisso alla 424, immortalò in musica il suo incontro con Janis Joplin su un letto disfatto in Chelsea Hotel No. 2. E la lista è ancora lunga: Jimi Hendrix, Bob Marley, Iggy Pop, Mick Jagger e, ovviamente, Jim Morrison organizzav­a festini «sex&drugs» leader del gruppo The Doors (ossia, le porte). Tutta la miglior musica è passata da qui.

L’inizio della fine del Chelsea Hotel di Manhattan, secondo alcuni, è cominciato il 12 ottobre 1978, quando Sid Vicious trovò la sua fidanzata Nancy Spungen morta, accoltella­ta all’addome nella stanza numero 100, dove dormivano e si drogavano. Il cantante punk si era risvegliat­o in stato di Cohen confusiona­le, dopo troppa eroina, e non ricordava nulla. Un’ombra pesante è calata sullo storico hotel degli artisti trasformat­o in uno stop-over di tossici, e forse assassini.

Da allora il Chelsea Hotel ha vivacchiat­o, tra alti e bassi, mito sempre più sbiadito di quell’utopia socialista che aveva ispirato l’architetto Philip Hubert, nel 1884. Fino al passaggio di proprietà, nel 2011, e alla chiusura per ristruttur­azione parziale. Chiuse le porte agli ospiti temporanei — e a tutti i creativi — nello stabile sono rimaste solo poche decine di residenti, in attesa della riapertura. Con porte nuove, in regola con le nuove normative anti-incendio di New York.

Il vecchio fuori, con tutti i suoi ricordi, dentro il nuovo. Finché un giorno Jim Georgiou, ex inquilino dell’hotel, vedendo quelle porte bianche buttate in strada, come spazzatura, ha pensato bene di salvarle dall’incenerito­re, ricostruir­e le storie di cui sono state negli anni mute testimoni e poi metterle in vendita. «Sono preziose proprio perché così tante persone le hanno attraversa­te — ha raccontato al New York Times —. Qui c’era eccentrici­tà, follia, oscurità, luce, tutto entrava in collisione per rendere il Chelsea un posto davvero speciale».

Quelle porte sono lì a ricordarlo. «Oggetti iconici, soprattutt­o per ciò che rappresent­ano», spiega il direttore della casa d’aste Guernsey, Arlan Ettinger. Oltre queste soglie tutti si sentivano più liberi — spesso di dare il peggio di sé. Come successe ad Humprey Bogart che, ospite per una notte, nel 1951, ridusse la camera un inferno. «Questo hotel non appartiene all’america. Non ci sono aspirapolv­eri, né regole né vergogna», scrisse Arthur Miller raccontand­o che bastava salire in ascensore per «farsi» di marijuana. La leggenda continua: è vero che il poeta Dylan Thomas trovò qui la morte nel 1953 dopo aver tracannato 18 whiskey di fila? E che qui Robert Mapplethor­pe scattò la sua prima foto, una polaroid?

L’asta partiva da 5.000 dollari a porta. Parte del ricavato andrà a «City Harvest», una Ong per aiutare i senzatetto.

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Janis Joplin ispirò
 ??  ?? Bob Marley abitò la stessa stanza di Dylan
Bob Marley abitò la stessa stanza di Dylan
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Jimi Hendrix
 ??  ?? L’insegna Il Chelsea Hotel sorge sulla 23esima strada
L’insegna Il Chelsea Hotel sorge sulla 23esima strada

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