Corriere della Sera

Piazza San Carlo, anche Appendino rischia il processo

Torino, morì una donna. In 15 verso il giudizio A scatenare il panico lo scherzo di tre ragazzi

- Giovanni Falconieri Simona Lorenzetti

La nota della sindaca viene trasmessa alle 14.52: «Mi è stato notificato dalla Procura di Torino l’atto con la chiusura delle indagini per piazza San Carlo. Resto a disposizio­ne della magistratu­ra, come lo sono sempre stata». Trecentodo­dici giorni dopo la tragedia del 3 giugno, in seguito alla quale una donna di 38 anni perse la vita e altri 1.526 tifosi che assistevan­o alla finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid rimasero feriti da un’improvvisa ondata di panico scoppiata davanti al maxischerm­o, restano confermate per Chiara Appendino le accuse di omicidio, lesioni e disastro colposi.

Gli stessi reati vengono contestati all’ex questore Angelo Sanna, all’ex capo di gabinetto di Palazzo Civico Paolo Giordana e ai due dirigenti dell’ente turistico del Comune che organizzò la serata in piazza: Maurizio Montagnese e Danilo Bessone. È stata invece stralciata la posizione del prefetto di Torino, Renato Saccone: per lui c’è una richiesta di archiviazi­one. E potrebbero essere archiviate anche le posizioni di cinque componenti della commission­e provincial­e di vigilanza che la mattina del 3 giugno fece l’ultimo sopralluog­o in piazza prima di dare il via libera alla manifestaz­ione.

L’inchiesta aperta dal procurator­e capo Armando Spataro, dall’aggiunto Vincenzo Pacileo e dal sostituto Antonio Rinaudo aveva portato all’iscrizione di 21 persone nel registro degli indagati. Per quindici di loro le accuse rimangono ancora in piedi.

Ma non è questa l’unica novità su piazza San Carlo. La Procura avrebbe infatti individuat­o l’elemento scatenante del panico. Nel mirino sarebbero finiti tre ragazzi. E la svolta sarebbe arrivata nell’ambito di un’indagine parallela che avrebbe portato all’identifica­zione dei presunti responsabi­li. Restano, però, dei punti da chiarire: se si trattò di tentata rapina o di uno scherzo sfuggito di mano. La tesi della Procura troverebbe conferma anche nei video registrati dalle telecamere di sorveglian­za della piazza, che avrebbero ripreso la fuga dei presunti responsabi­li del panico. Le loro tracce si perdono in via XX settembre.

Il caos in piazza si scatenò alle 22.15, subito dopo il terzo gol del Real Madrid. Come si legge nell’atto che chiude l’inchiesta, «si diffuse un panico tale da determinar­e uno spostament­o incontroll­ato di tutte le persone presenti, che cercarono di allontanar­si» e finirono invece «contro le transenne». Transenne che, «non rimosse dal personale che avrebbe dovuto presidiarl­e», si trasformar­ono in «barriere» contro cui andarono a schiantars­i i tifosi. Erika Pioletti, 38enne di Domodossol­a, venne calpestata da decine di persone e «morì per arresto cardiaco».

Che le transenne avessero trasformat­o il salotto elegante della città in una trappola senza uscita, l’ha confermato anche la consulenza che i magistrati hanno affidato all’architetto Mauro Esposito. Per l’esperto nominato dalla Procura, le barriere sistemate attorno al maxischerm­o erano troppe e le vie di fuga poche. E c’era anche troppa gente: più di 30 mila persone, contro le 20 mila previste dai criteri che regolano le manifestaz­ioni all’aperto. Ecco perché le accuse di omicidio, lesioni e disastro colposi non risparmian­o oggi neppure l’architetto che preparò il progetto di allestimen­to della piazza, Enrico Bertoletti.

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La tragedia Il 3 giugno del 2017 un boato scatena il panico tra i tifosi in Piazza San Carlo per la finale di Champions. Bilancio: una vittima e oltre 1.500 feriti
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In Comune Chiara Appendino, 33 anni

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