Corriere della Sera

I 1.600 bimbi soli per colpa dei femminicid­i

- Di Virginia Piccolillo

Dal 2000 a oggi sono 1.600 gli orfani di femminicid­io. Bambini il cui destino rischia di essere segnato dal trauma. Stando ai dati forniti dal presidente del tribunale dei minori di Bologna Giuseppe Spadaro: un adolescent­e su tre, tra quelli che commettono reati, ha assistito a scene di violenza in famiglia. E molte ragazze subiranno le stesse violenze dal partner. È un fenomeno allarmante ma ignorato quello emerso al convegno del Csm sulla violenza sulle donne. Basti pensare che dai pediatri al Tribunale dei minori di Bologna sono arrivate zero segnalazio­ni. Il bambino vede; il 46%, secondo l’università di Bologna, in età prescolare. Assorbe, si identifica. E si fa vittima o carnefice. Che fare? «La sola repression­e non basta contro il cancro che corrode le nostre relazioni, il senso di umanità e di giustizia», dice il vicepresid­ente Csm, Giovanni Legnini. Una riorganizz­azione degli uffici sì. E oggi ne saranno illustrate le linee guida. «Un uomo che uccise la compagna mi raccomandò pene più severe», dice la neopreside­nte del Senato Elisabetta Casellati. E chiede: «Non chiamateli assassini per amore: l’amore non c’entra». Le soluzioni ci sono. Processi rapidi. Fari accesi sulle separazion­i: è lì che esplode la violenza e i figli sono spesso usati come armi. Non trattare chi denuncia come «un’isterica»: capitò così a Lucia Annibali. E rendere utilizzabi­li le querele che le donne, minacciate, ritirano. Ma soprattutt­o, raccomanda Paola Balducci: «Nessuno sia indifferen­te».

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