Corriere della Sera

La rabbia non giustifica quelle parole

- Di Roberto De Ponti

Marelli SÌ De Marco NO Baldas NO Bergonzi

Se la immaginava molto diversa, l’uscita di scena. E invece l’applauso del Bernabeu per la sua ultima partita in Champions non l’ha nemmeno sentito. Proprio non se n’è accorto. Vedeva soltanto rosso, come il cartellino sventolato­gli sotto il naso dall’arbitro inglese Oliver, come la rabbia che gli montava dentro per quella che stava vivendo come la più grande delle ingiustizi­e, come il più irritante degli affronti. E quando è uscito dal campo, Gigi Buffon è uscito anche di testa. Premessa necessaria: era ancora in piena trance agonistica. Aveva disputato una grande partita, era arrivato a tanto così da una rimonta più che miracolosa, da un’impresa come non se n’erano mai viste prima in Europa, dalla possibilit­à di continuare a inseguire l’unico trofeo che gli mancava, la Champions. Tutto cancellato da un rigore generoso. Ma ciò detto, è difficile immaginare che un uomo di sport possa sostenere le tesi che ha teorizzato il numero 1 della Juventus e della Nazionale: la legge della compensazi­one, l’arbitro avrebbe dovuto valutare il rigore non concesso all’andata da un collega a Cuadrado e quindi rimediare non concedendo­lo a sua volta a Lucas Vazquez; il «lei non sa chi sono io», il cinico arbitro avrebbe dovuto avere più rispetto della storia del portiere e quindi concedergl­i la possibilit­à di giocarsi tutto ai supplement­ari; la relatività dei rigori, se arriva al 5’ allora amen ma se arriva al 93’ invece no, non si può darlo. Se l’arbitro sbaglia, sbaglia. Ma se si mette in dubbio che sbagli perché non ha cuore, e non perché è scarso o non vede, allora si minano i concetti base dello sport. Ha ragione Del Piero, ex juventino: «Gigi fra qualche giorno sull’arbitro dirà cose diverse». Si consoli, Buffon: il rosso a Zidane, altro grande ex bianconero, nell’ultima partita non ha reso la sua carriera meno brillante. Ma lui rimase in silenzio.

Non poteva non essere fischiato. Il fatto che fosse a fine partita non ha importanza. Benatia tocca sì la palla ma questo non vale come «salvatutti»

Io non l’avrei dato, c’era un margine di interpreta­bilità troppo ampio per fischiare. Deve essere una situazione più chiara, netta. Altrimenti non fischi

Il contatto tra Vazquez e Benatia è molto dubbio, il giocatore ha accentuato la caduta e in situazioni del genere, nel dubbio, non si doveva dare rigore

SÌ/NO Era un fallo al limite, Benatia non ha fatto un intervento da signorina, è entrato per evitare il gol. Ma io non credo l’avrei fischiato

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(Ipp) Furore Buffon contro Oliver

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