Corriere della Sera

La Roma che sogna ritrova il Liverpool

Il sorteggio Nelle semifinali di Champions il Bayern ritrova il Real Comunque vada, a Kiev ci sarà una squadra a sorpresa I gialloross­i vogliono vendicare la sconfitta di 34 anni fa Gli inglesi hanno il miglior attacco e la miglior difesa

- di Luca Valdiserri

La mano di Andriy Shevchenko ROMA ha deciso che nella sua Kiev, il 26 maggio, ci arriverà in ogni caso una squadra a sorpresa, perché i soldi sono importanti nel calcio ma non sono tutto. Roma o Liverpool contro la vincente dello scontro tra corazzate, Bayern Monaco-real Madrid, con i tedeschi che ancora ricordano i furti dell’anno scorso e che probabilme­nte hanno già capito come andrà a finire anche questa volta. I giornali spagnoli hanno anticipato ieri che la Uefa non aprirà un’inchiesta sulla presenza illecita di Sergio Ramos, squalifica­to, sulla panchina del Real, con tanto di litigio con Allegri andato in mondovisio­ne.

All’atto conclusivo ci sarà un «underdog», contro il pronostico ma non contro il merito. Il Liverpool ha infatti il miglior attacco e la miglior difesa della Champions, unica squadra in corsa ancora imbattuta (8 vittorie e 4 pareggi, avendo giocato anche un turno preliminar­e). La Roma ha messo sotto Chelsea, Atletico Madrid e Barcellona (oltre a Qarabag e Shakhtar Donetsk). In questo senso la Champions è molto più difficile della vecchia Coppa dei Campioni. La squadra di Liedholm, nel 1984, per andare in finale superò Göteborg, Cska Sofia, Dynamo Berlino e Dundee United prima di arrendersi ai calci di rigore proprio contro il Liverpool.

La Roma ha affrontato i Reds tre volte in Europa e ne è uscita con le ossa rotte tre volte. La finale del 1984 è ancora un incubo. Nella Coppa Uefa 2001 ci fu uno scandaloso arbitraggi­o di Garcia Aranda a spingere avanti il Liverpool, anche se Capello si consolò a fine stagione con lo scudetto. L’anno dopo, in Champions, le due squadre si eliminaron­o da sole nel girone che prevedeva anche Barcellona e Galatasara­y. Fu fatale ai gialloross­i la sconfitta 0-2 a Anfield nell’ultima giornata. Proprio per tutto questo «vissuto» sarà fondamenta­le che Eusebio Di Francesco riesca a tenere lontana la squadra dal passato. Un conto è conoscere la storia di un club e un altro è farsene schiacciar­e dal peso. La vittoria contro il Barcellona deve servire da punto di partenza per un’avventura completame­nte nuova. Né rivincite né sortilegi: questa Roma deve ragionare sempre e solo con la sua testa. È vero, Salah ha fatto il salto dall’altra parte e gioca a livelli da Pallone d’oro, ma Dzeko non è da meno. Era già stato venduto al Chelsea e in-

vece ha fatto di tutto per restare a Roma, come se sentisse di avere una missione da portare a termine. «Sono rimasto qui per vivere notti come quelle di Champions League», aveva detto. E contro Shakhtar Donetsk e Barcellona lo ha dimostrato come meglio non poteva.

Può essere un vantaggio per la Roma giocare la partita di ritorno in casa, come è successo negli ottavi e nei quarti. È di sicuro un «plus» per il Liverpool essere già praticamen­te sicuro della qualificaz­ione alla prossima Champions, mentre la Roma deve ancora lottare alla morte in campionato. A partire dal derby di domani sera, difficilis­simo anche se Eusebio Di Francesco ieri ha vinto il premio Bearzot superando in volata proprio Simone Inzaghi.

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