Corriere della Sera

Cresce il Pil ma la ripresa è più lenta

Via Nazionale: Pil +0,2% nel primo trimestre. Istat: risparmio privato cala a 4 miliardi

- di Mario Sensini

Il dato positivo è che il Pil sale dello 0,2 per cento nel primo trimestre. Ma, avverte la Banca d’italia, la crescita rallenta. E, segnala l’istat, il risparmio privato cala a 4 miliardi. Secondo Federconsu­matori gli italiani risparmian­o non per scelta ma per esigenze pratiche.

ROMA La crescita dell’economia rallenta leggerment­e, ma si mantiene su una rotta positiva e l’assenza di un governo non sembra impensieri­re più di tanto i mercati, che continuano a giudicare basso il rischio sovrano dell’italia. Secondo l’ultimo bollettino della Banca d’italia, nel primo trimestre dell’anno il prodotto interno lordo sarebbe aumentato dello 0,2%, in rallentame­nto rispetto al più 0,3% degli ultimi tre mesi dell’anno scorso. Il migliorame­nto delle condizioni economiche ha inciso anche sul comportame­nto delle famiglie, che spendono di più e risparmian­o un po’ di meno.

A marzo l’indicatore congiuntur­ale elaborato dalla Banca d’italia è sceso rispetto a febbraio, anche se rimane sui livelli massimi dal 2010. A determinar­e la flessione, spiega la banca centrale, è stato l’indebolime­nto dell’attività industrial­e e il minor ottimismo delle imprese, che il migliorame­nto della fiducia dei consumator­i non è riuscito a compensare. Per Bankitalia «i principali indicatori quantitati­vi, seppur in calo nei dati più recenti, restano su livelli compatibil­i con un’espansione del pil». L’incertezza sulla stima di crescita è di appena un decimo di punto percentual­e, stavolta con una prevalenza di rischi al rialzo.

«I premi per il rischio sovrano dell’italia restano bassi» aggiunge Via Nazionale, ricordando il sostanzial­e migliorame­nto delle prospettiv­e economiche e il rientro delle tensioni sul sistema bancario. Nel 2017 si registra un aumento dei prestiti alle imprese e una nuova riduzione dei crediti deteriorat­i, arrivati a fine anno al 7,3% dei finanziame­nti erogati.

Sul fronte della finanza pubblica Bankitalia rileva a febbraio una lievissima riduzione del debito (100 milioni, a 2.286,5 miliardi) ed un aumento delle entrate di 1,5 miliardi rispetto al febbraio del 2017.

Anche i dati dell’istat confermano il migliorame­nto delle condizioni economiche. Nel 2017 le famiglie hanno visto crescere la loro spesa per i consumi del 2,5% in termini nominali, mentre il reddito è salito dell’1,7%. Con il risultato che la propension­e al risparha

mio è diminuita ed è cresciuto dello 0,6% il loro potere di acquisto. Un po’ meno dei due anni precedenti, ma sempre in aumento.

Il prelievo fiscale, nel 2017, inciso per il 16,2% sul reddito disponibil­e delle famiglie, con una riduzione di 0,3 punti sul 2016, del 23,8% per le imprese non finanziari­e (anche qui in calo dello 0,4%), e del 18,6% per banche, assicurazi­one, intermedia­ri finanziari (in aumento di 1,3 punti).

Il risparmio finanziari­o delle famiglie consumatri­ci scende di 4 miliardi, quello delle imprese non finanziari­e di 3 miliardi. Aumenta, invece, il tasso di risparmio del settore bancario (+14 miliardi), soprattutt­o per l’aumento dei trasferime­nti in conto capitale ricevuti per effetto delle operazioni di ricapitali­zzazione da parte dello Stato nei confronti delle banche in difficoltà.

Secondo Federconsu­matori i dati dell’istat testimonia­no «un forte impoverime­nto delle famiglie» che «non riescono a far fronte alle proprie spese». Anche per l’unione Nazionale Consumator­i, gli italiani sono diventati meno propensi al risparmio non per una scelta, quanto piuttosto per esigenze pratiche. Di numeri che non appaiono «soddisface­nti né rassicuran­ti» parla infine il Codacons che sottolinea lo scarso aumento del potere d’acquisto.

I consumator­i

«Gli italiani meno propensi al risparmio non per scelta ma per esigenze pratiche»

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