Ora Mosca accusa Londra
Londra: tesi grottesca e falsa. Putin al telefono con Macron: evitare azioni pericolose
Il bacio tra gli ambasciatori, l’americana Nikki Haley e il russo Vasily Nebenzya all’onu, non è il segnale che la tensione sul fronte siriano stia calando. Ora è Mosca ad accusare Londra di provocazione. Tesi grottesca, la replica. E il presidente Putin telefona al francese Macron per avvertirlo di evitare azioni pericolose. E anche i vertici militari italiani sono dubbiosi: Parigi sbaglia, attaccare è un rischio.
Dopo aver subito per settimane attacchi concentrici per l’avvelenamento con sostanze nervine di una sua ex spia rifugiata in Gran Bretagna, la Russia ha risposto ieri alzando il tiro sulla vicenda del bombardamento con il gas in Siria. Non solo non c’è stata alcuna azione con agenti chimici da parte del governo di Assad a Douma, ma il tutto è frutto di una fabbricazione dei servizi segreti britannici.
Prima ha parlato il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, che ha lanciato accuse contro l’intelligence di un Paese «che sta cercando di guidare una campagna russo-fobica», senza nominarlo. Poi è sceso in campo un militare, il generale Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa. Lui è stato ben più esplicito: «Oggi abbiamo le prove del diretto coinvolgimento del Regno Unito nell’organizzazione di questa provocazione». La ricostruzione del generale è abbastanza bizzarra: un gruppo di persone vestite da soccorritori sarebbero entrate con telecamere accese nell’ospedale dove si trovavano alcune vittime dei bombardamenti. Gli uomini avrebbero iniziato a urlare che i feriti erano vittime di un attacco chimico. A quel punto, con dei tubi, avrebbero iniziato a bagnare tutti i feriti, seguiti dai familiari dei ricoverati confusi e spaventatissimi. Uno show per ottenere i filmati che poi tutto il mondo ha visto.
La tesi di una macchinazione dei servizi britannici è stata subito definita «grottesca, bizzarra e del tutto falsa» dall’ambasciatrice di Londra all’onu Karen Pierce. Secondo la diplomatica, siamo di fronte a uno dei «peggiori esempi di notizie false che abbiamo visto produrre dalla propaganda russa». Fino a poche ore prima, Mosca si era limidale tata a sostenere che i suoi militari arrivati nella città siriana non avevano trovato alcuna traccia di sostanze chimiche nel terreno e non avevano visto pazienti in cura per avvelenamenti chimici. Poi avevano anche aggiunto di non aver avuto alcuna indicazione di sepolture di persone colpite da agenti chimici. Il che, comunque, appare strano, visto che un bombardamento c’era stato certamente e che l’ospe-
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era pieno di feriti. Ora si attende l’arrivo degli esperti dell’agenzia internazionale sulle armi chimiche che hanno già raggiunto la Siria. Il problema è capire se, dopo l’arrivo a Douma dei russi e dei governativi siriani, avranno modo di accertare come siano andati realmente i fatti.
Ieri intanto ci sono stati, un po’ da tutte le parti (se si eccettuano le accuse alla Gran Bretagna), richiami alla ragionevolezza e al dialogo. La Casa Bianca, tuttavia, ha affermato di «avere le prove» che l’attacco con armi chimiche in Siria è stato condotto dal governo siriano. Dopo lo «sfilamento» di Germania, Italia e Olanda, anche la Gran Bretagna ha raffreddato gli entusiasmi di chi pensava fosse pronta ad affiancare gli americani nei raid. E Macron, l’unico, con Trump, a dirsi sicuro delle prove sulla colpevolezza siriana, ha chiamato Putin per riallacciare il dialogo. Il presidente russo, secondo il Cremlino, ha detto al suo omologo francese di «evitare accuse gratuite nei riguardi di chiunque». E ha chiesto a tutti di «astenersi da azioni imponderate e pericolose». Simili iniziative «potrebbero avere conseguenze imprevedibili».