La minaccia (inattuabile) della Russia sui migranti
Nell’ambito delle quotidiane polemiche tra Russia e Occidente, il ministro degli Esteri di Mosca Sergei Lavrov ha lanciato ieri un monito che non può lasciare indifferenti gli europei: attenti, ha detto, perché se commetterete anche il minimo errore in Siria potrebbero esserci nuove ondate di migranti. Sottinteso, l’america e i suoi alleati farebbero meglio a non colpire la Siria per rispondere al (presunto) attacco chimico di Ghouta Est.
Purtroppo la guerra di Siria offre abbondante materia alle minacce di Lavrov. In 7 anni i morti sono stati a seconda delle stime tra 300.000 e 500.000, i feriti tra un milione e mezzo e due, i profughi circa 6 milioni. Le distruzioni (attuate sia dall’aviazione russo-siriana sia dai bombardamenti della coalizione guidata dagli Usa) sono state tali che anche nelle zone liberate dall’isis i «ritorni» di popolazione sono pochi.
Ma l’assunto di Lavrov non è ispirato da motivi umanitari. Piuttosto il ministro russo ha parlato ieri alle opinioni pubbliche francese e britannica, per tentare di alimentare l’opposizione all’annunciata partecipazione di Parigi e di Londra al castigo militare contro la Siria (e indirettamente contro la Russia, anche se i contatti in corso attraverso i canali di emergenza dovrebbero evitare che gli occidentali colpiscano militari di Mosca) .
Difficilmente l’iniziativa di Lavrov avrà successo, anche perché il ministro ha dimenticato un elemento essenziale: chi fugge dalla Siria da Nord (gli altri scappano da Sud, verso Libano e Giordania) si ritrova normalmente in Turchia. E la Turchia custodisce sul suo territorio oltre due milioni di rifugiati siriani in applicazione di un accordo (controverso ma necessario) con la Ue. Che ha appena versato ad Ankara una tranche di tre miliardi di euro. La minaccia di Lavrov, insomma, non fa paura. A meno che il Cremlino convinca la sua amica Turchia ad aprire i cancelli verso Ovest. E i soldi, Erdogan vi rinuncerebbe? E il blocco tuttora in vigore della «via balcanica» verso la Germania? No, Lavrov dovrà pensarla meglio.
Le sue parole di ieri, comunque, non riguardano l’italia perché noi le ondate migratorie le abbiamo già. Via Libia, per chi fosse interessato.