Corriere della Sera

Scandalo abusi all’accademia dei Nobel Ma è una donna a dimettersi

- Di Luigi Offeddu loffeddu@corriere.it

U na valanga, seguita indirettam­ente alla campagna #Metoo contro le molestie imposte alle donne in ogni settore, scuote i vertici della cultura svedese. E almeno in teoria mette a rischio la futura assegnazio­ne dei premi Nobel per la letteratur­a. Sara Danius, 56 anni, celebre e autorevole filologa, la prima donna divenuta segretaria permanente dell’accademia reale di Svezia che ogni anno sceglie appunto chi merita i premi, si è dimessa ieri dal suo incarico, dopo una convulsa riunione di ore: «Mi hanno chiesto di andarmene». L’avevano accusata, la accusano, di non essere stata abbastanza severa in un caso che ha coinvolto il marito di una sua collega di vertice, un fotografo finanziato dalla stessa Accademia, accusato di aver rivelato in anticipo i nomi di qualche vincitore dei premi, ma soprattutt­o — accusa emersa grazie alle denunce di #Metoo — di aver minacciato e molestato sessualmen­te 18 donne. Anche la collega, una poetessa, ha dovuto andarsene a casa. «Tutto ciò ha già danneggiat­o il premio Nobel», parole di Sara Danius, che tuttavia ha anche accusato i colleghi maschi per il ruolo che avrebbero giocato nella sua cacciata. Si sarebbero infatti appellati alle tradizioni per prevenire i cambiament­i promessi alla sua La vicenda

● A novembre un giornale pubblica le accuse di molestie di 18 donne contro il fotografo marito della poetessa Frostenson, membro dell’accademia Il capo del comitato, Sara Danius, è accusata di aver gestito male il caso nomina, mentre «difendere quanto abbiamo ereditato non dovrebbe diventare arroganza e distanza dalla società… L’accademia dovrebbe essere una forza che lavora chiarament­e contro le anacronist­iche relazioni di potere o le dichiarazi­oni che degradano le donne». Altri tre membri dell’istituzion­e, pure critici nei suoi confronti, si erano dimessi nei giorni scorsi. Sette erano già «congelati» per limiti di età. Così la rosa del vertice, 18

Il Comitato membri in tutto eletti a vita, è calata a picco: e poiché il regolament­o prevede che le sostituzio­ni possano formalment­e avvenire solo quando qualcuno muore, l’accademia è virtualmen­te paralizzat­a. Se si dovesse scegliere oggi il nuovo Nobel, sarebbe impossibil­e. «Siamo in una situazione seria e preoccupan­te», ha dichiarato uno dei capi dell’istituzion­e.

Anche in altri Paesi sarebbe di per sé un evento enorme. Ma in Svezia, la tranquilla del’accademia, mocrazia da sempre ai primi posti nelle classifich­e dell’eguaglianz­a di genere, il Paese che ha proprio nel Nobel una bandiera dell’orgoglio nazionale, e inoltre quello dove la campagna antimolest­ie di #Metoo ha avuto il massimo successo e clamore nell’unione Europea, il caso Danius sta rapidament­e diventando uno psicodramm­a che fa discutere anche la politica, il governo, perfino ambienti vicini alla monarchia regnante. Perché La resa

Sara Danius, 56 anni, autorevole filologa svedese, annuncia le sue dimissioni dall’accademia reale di Svezia, di cui faceva parte dal 2013. Nel 2015 era stata designata segretaria permanente, diventando la prima donna a capo del prestigios­o ente per l’assegnazio­ne dei Nobel (Afp) fondata nel 1786 da re Gustavo III, è qualcosa di più di una «normale» Accademia. E il Nobel è qualcosa che riguarda tutto il mondo. A Stoccolma ministri, scrittori, intellettu­ali celebri e no si sono in maggioranz­a schierati con Sara: che cosa poteva fare di più — dicono — dopo aver condotto le dovute indagini interne, sospeso i finanziame­nti alla ditta del fotografo sotto accusa, Jean-claude Arnault, e aver dato la massima informazio­ne su quanto era accaduto? E ancora: lo stesso Arnault avrebbe negato le molestie, l’inchiesta di polizia ancora in corso contro di lui non avrebbe dato finora risultati concreti, insomma — concludono —: quasi tutto sarebbe ancora avvolto nella nebbia. I sostenitor­i di Sara hanno trovato anche un segno distintivo con cui compaiono su Twitter: un cravattino, o fazzoletto a forma di gattino, notoriamen­te prediletto dalla studiosa. Ma gli altri, gli avversari che pure non sono pochi, e soprattutt­o le donne molestate, non si intenerisc­ono certo: parlano di gravi conflitti di interessi (il fotografo Arnault era in società con la moglie poetessa), e di omertà. Intanto, è stato nominato il nuovo segretario ad interim dell’accademia: un uomo.

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