Scatti dal mondo
Dalle guerre alla cronaca, dall’ambiente alla natura: i lavori saliti sul podio
La scritta nera con la parola «paz» sul muro di sfondo è per occhi attenti: la pace sembra lontanissima in quest’immagine dove un ragazzo in fiamme pare prendere il volo in un inferno contemporaneo. Ma non è un dipinto del Magritte più originale: è un ragazzo che sta davvero bruciando durante le proteste che l’anno scorso hanno fatto tremare il governo Maduro, in Venezuela. Lo scatto è di Ronaldo Schemidt, dell’agenzia Afp, e ha vinto il World press photo of the year 2018, il più importante premio di fotogiornalismo.
La 61esima edizione che si è conclusa con la cerimonia di premiazione ad Amsterdam, nelle varie categorie (Contemporary Issues, Environment, General News, Long-term Projects, Nature, People, Sports, Spot News) ha raccontato storie di donne e di espatriati, di animali e di combattenti. Più di 73 mila le foto, scattate da 4.548 fotografi provenienti da 125 Paesi. Ma spiccava eccome il non-volto di Falmata, 15 anni, rapita da Boko Haram in Nigeria, destinata a una morte da kamikaze, ma riuscita a fuggire. Nella foto di Adam Ferguson, arrivata tra i finalisti, ha dei fiori al posto del viso. Lo scatto di David Becker invece coglie la morte a Las Vegas, durante la sparatoria al RT91 Harvest Festival. Tante macchie di color rosso acceso. Come la benda che oscura la vista a un rinoceronte bianco, sedato, prima di essere rilasciato nel Botswana, salvato dai bracconieri del Sudafrica: è la foto di Neil Aldridge, premiato nella categoria Ambiente Singola. «Wasteland» di Kadir van Lohuizen (Ambiente-storie), ha raccontato un mondo sommerso da rifiuti e Ivor Prickett ha immortalato la battaglia di Mosul (General News).
Cinque gli italiani in gara: Giulio Di Sturco, Luca Locatelli, Francesco Pistilli, Fausto Podavini e Alessio Mamo. In particolare «More Than a Woman» di Di Sturco coglie lo sguardo di una persona che ha cambiato sesso. Dal 27 aprile i 150 scatti vincitori saranno in mostra a Bari.