Corriere della Sera

Marcel Proust e il questionar­io ritrovato «Mi piace amare»

- di Candida Morvillo

Marcel Proust aveva solo 15 anni il 25 giugno 1887 quando compilò il suo primo «Questionar­io di Proust». Non l’aveva inventato lui né avrebbe mai immaginato che quell’elenco di domande e risposte su gusti, pensieri, desideri, avrebbe preso il suo nome, tantomeno che il manoscritt­o di quel suo esercizio giovanile sarebbe stato in vendita, oggi, a Parigi, per 250 mila euro. Il documento di sei pagine è stato consegnato al libraio antiquario Laurent Coulet da una famiglia francese che l’ha scovato nella biblioteca di casa e che ha chiesto di mantenere l’anonimato. Ieri, Coulet l’ha messo in vendita al Salon du Livre Rare, che si tiene fino a domani al Grand Palais. Il Questionar­io di Proust scritto da Proust medesimo è stato autenticat­o da Jean-yves Tadié, massimo biografo dello scrittore. L’ottantadue­nne professore della Sorbona, una vita spesa a studiare l’autore della Recherche, sette libri scritti su di lui, quando ha visto il questionar­io, non voleva crederci: «Erano noti altri due esemplari, ma successivi», ha spiegato a Le Figaro, «è entusiasma­nte che, in questo manoscritt­o, Proust manifesti già una doppia tensione, amorosa e intellettu­ale». Nelle trenta risposte compilate a mano, infatti, il giovinetto mostra una sagacia precoce. Quale colore preferisce? «Quello degli occhi della persona che amo». «Qual è la sua occupazion­e preferita? «Amare». Quale popolo straniero le sta più simpatico? «Al momento, il popolo russo e non certo perché, ve lo assicuro, è l’alleato della Francia». E qui Tadié spiega che il giovane Proust, in quell’estate, era innamorato della tredicenne russa Marie de Benardaky, a cui non si dichiarerà mai, ma che rivive nei suoi libri, specie nei panni di Gilberte Swann, ne Alla ricerca del tempo perduto. Dice Tadié: «In questo suo primo questionar­io, si vede già quanto l’amore sarà importante per lui e la sua opera». Il documento è un fascicolo con le domande prestampat­e, intitolato «Mes Confidence­s». Si tratta infatti di un sorta di gioco di società, di origini inglesi, in voga nei salotti parigini frequentat­i da Proust, ed è per questo che ha poi preso il suo nome. Quello ora in vendita precede di tre mesi l’esemplare tramandato da Antoinette Faure, figlia del futuro presidente della Repubblica, amica di gioventù di Proust, e che la casa di moda Gérard Darel ha acquistato all’asta per 120 mila euro nel 2003. Una versione successiva, scritta a circa 19 anni, è invece in mani private. Ciò che ora colpisce è che, nel primo esercizio d’indagare se stesso, c’è già tutto il Marcel Proust che verrà. Quale vizio detesta di più? «La ristrettez­za di vedute». Qual è il relax più piacevole? «Leggere». Quale destino si sente di compatire di più? «Quello di essere imbecille». Racconta il libraio Coulet: «Il questionar­io mi è stato consegnato in una busta. L’ho aperta, ho riconosciu­to la grafia e ho sentito un tuffo al cuore. Poi, due grafologi hanno confermato la scrittura e Tadié la coerenza con gli altri scritti e lo stile». Se si può scegliere una risposta che sia premonitri­ce della capacità di Proust di scrivere opere poderose e ambiziose forse è quella in cui, alla domanda «qual è il suo ideale di felicità?», lui risponde: ve lo direi volentieri, ma non mi piacciono le frasi fatte.

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Il francese Marcel Proust (1871–1922) è uno dei giganti della letteratur­a
Il suo romanzo più celebre, «Alla ricerca del tempo perduto», venne pubblicato in sette libri tra il 1913 e il 1927
Lo scrittore Il francese Marcel Proust (1871–1922) è uno dei giganti della letteratur­a Il suo romanzo più celebre, «Alla ricerca del tempo perduto», venne pubblicato in sette libri tra il 1913 e il 1927

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