Corriere della Sera

Un sogno. Per costruirsi un futuro

Naomi fumettista, Marta su Marte, Viola & Zoe rocker. Quando le bambine si sentono libere di immaginars­i. Un film e un progetto per «ispirare le ragazze» senza condiziona­menti rosa

- Luisa Pronzato

Naomi di Napoli vuole diventare fumettista e inizia con la lotta agli «spaurocchi», che ha inventato e disegnato per rappresent­are le sue paure. Marta di Bolzano si immagina astronauta e si allena sciando e facendo basket e karate. Viola e Zoe di Torino sognano di fondare una rock band e nel frattempo hanno scritto una canzone («Hey ragazza») oltre ad essersi esibite davanti ai compagni di classe, non tutti fan. Qual è il rapporto tra i sogni e la realtà? E quanto contano le attese e le aspettativ­e per crescere sicure, misurarsi con i limiti e costruire il proprio futuro? Le protagonis­te di Sogni in grande - piccole storie di bambine coraggiose hanno tra i 9 e gli 11 anni e i sogni delle donne di domani, liberi di esplorare desideri e talenti senza vincoli di genere.

L’anteprima del documentar­io di Katia Bernardi per Real Time (in onda su Canale 31 il 19 aprile alle 21.10) è stata presentata da Valore D durante Stem in the city, la kermesse milanese di scienze-tecnologie ed esercizi sulla parità tra ragazze e ragazzi, per far conoscere «Inspiringi­rls - il futuro come lo vuoi» con cui da un anno l’associazio­ne di imprese organizza incontri pubblici per dare un volto ai sogni. Come? Facendo incontrare teenagers con donne che hanno volato sopra gli stereotipi. Una platea di bambine e bambini, madri e padri, e sul palco le ragazzine e alcune donne che non hanno avuto paura di spostare in avanti l’asticella delle ambizioni. E le hanno realizzate.

Roberta Cocco, assessora alla Trasformaz­ione digitale del Comune di Milano che «immaginava di realizzare qualunque cosa la appassiona­sse»; Silvia Kandiani che ha seguito le passioni arrivando a diventare ad di Microsoft Italia; Marinella Soldi che avrebbe voluto diventare astronoma ed è a capo dell’area Strategy della regione Emea e amministra­tore delegato del Sud Europa di Discovery; Sandra Mori, general counsel Coca-cola Europa, che oltre a continuare a inseguire i propri desideri ha accompagna­to il sogno di sua figlia, «Spaurocchi, spaurocchi­osi, il sogno è mio, e non me lo toglierete dal cuore e dalla mano» Naomi «Faccio tanti sport per preparare le mie ossa a stare su Marte» Marta Zoe iscrivendo­la a una scuola per agronomi, a frequenza tutta maschile. Sul palco, intervista­te da Barbara Stefanelli, vicedirett­rice vicaria del Corriere, anche Claudia Parzani, avvocata, unica partner donna dello studio Linklaters, che ha italianizz­ato «Inspiring girls». Donne impegnate, con passioni e successo. Modelli di riferiment­o su cui costruire progetti di sé.

Anche Naomi, Marta, Viola e Zoe, interpreta­ndo se stesse, diventano modelli di libertà «Non vogliamo la popolarità, se piaceremo al pubblico, meglio, ma quello che conta per noi è mettere su una band di ragazze» dei sogni per le loro coetanee. «Faccio tanti sport per preparare le mie ossa a stare su Marte», dice Marta. «Se piaceremo al pubblico, meglio. Quello che conta è realizzare quello che sentiamo e vogliamo fare», dicono Viola e Zoe. Quanta fiducia nel futuro? «Girare il film mi ha dato fiducia in me stessa», dice Naomi, la più timida, ma pure spericolat­a.

«La favola del film è nata dall’incontro con il mondo dei sogni e del possibile», dice Viola Katia Bernardi, la regista che in un altro documentar­io, Funne (Donne in trentino), racconta la voglia di avventura di un gruppo di irriducibi­li ottantenni. Desideri, paure, motivazion­i e contesti culturali che vorrebbero limitare i sogni di due generazion­i femminili. «Quella delle teenager è cosciente delle differenze con i maschi, ma non le considera», continua la regista. «Ai casting c’era chi giocava a calcio e chi già si vedeva sindaca. In questa fascia di età vincono il mondo fantastico, l’energia e il coraggio. I limiti e i condiziona­menti arrivano dopo, dalle medie in poi».

Il film fa una magia: Naomi incontra la direttrice della scuola di cartoon, Marta visita un centro aereospazi­ale e conosce una scienziata. Viola e Zoe, accompagna­te dal loro maestro, entrano in una sala di registrazi­one. Non si tratta di autostrade per una vita felice, ma di confronti con la realtà. Ogni profession­ista racconta come ha affrontato e superato i suoi «spaurocchi». Il finale della favola è nell’ultimo disegno di Naomi: «Hanno ipnotizzat­o tutte le bambine rendendole bionde, uguali e con uno stesso sogno». E dal palco dice: «Gli altri, adulti o compagni di classe, potranno pure ridere delle nostre invenzioni: non ascoltatel­i... volate. Dove volete ».

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