E io non perdo l’occasione di affittare il mio divano
Più di un terzo dei milanesi mette in affitto la propria casa, tutta o in parte, su una piattaforma per affitti brevi, come Airbnb, nei giorni del Salone. Non è strano: la stanza degli ospiti, il salotto con divano letto, lo studio con brandina che durante l’anno sembrano lussi sottoutilizzati nella città più cara d’italia, splendono nella settimana del mobile in tutta la loro utilità. Per una stanza singola c’è chi chiede (e ottiene, dalla folla dei turisti del design da tutto il mondo in arrivo per la fiera) fino a 200 euro a notte, se in centro. E i residenti che fanno? Traslocano: si dorme da amiche, fidanzati, genitori per l’intera settimana, lasciando a casa qualche anta dell’armadio sgombra, qualche cassetto vuoto. I più furbi (e meno mondani, le due categorie spesso coincidono) pianificano le vacanze in anticipo, e la settimana del Salone lasciano la casa in balia degli ospiti Airbnb: ad accogliere gli ospiti resta un amico disponibile, o una delle provvide startup di «servizi per Airbnb» (a Milano e in varie città d’italia c’è www.airbnbsitter.it) che per una piccola percentuale dell’affitto aprono e chiudono casa, portano lenzuola, organizzano pulizie. Anche io ho messo online il mio salotto: ha un divano letto comodissimo (e nelle foto che ho messo sul sito si capisce che è un divano! Non voglio fare sorprese ai miei «guest») e ho comprato lenzuola e asciugamani che uso solo per l’ospite, come un piccolissimo costo d’impresa. Ho svuotato un guardaroba che ho nella stanza: mi è servito per rimettere un po’ in ordine vecchie carte, fotografie, taccuini. La casa, per gli ospiti, si prepara con poco. Lo scorso anno era venuto Michael, un ragazzo inglese molto gentile. Gli ho lasciato cinque stellette come recensione (è il voto massimo) e lui ne ha lasciate cinque a me. Un incontro fortunato (e redditizio). Spero di ripetere quest’anno: attendo Melanie, designer australiana mia coetanea, e il fatto che si faccia tutta quella strada per venire nella mia città mi rende un po’ orgogliosa.
d Come diceva Castiglioni l’architettura è trovare soluzione ai problemi