Chiese, teatri, grand hotel: lo stile scenografico di Gottardi
Una mostra rimette in luce le opere di un architetto e designer schivo alla notorietà
Architetto Mario Gottardi (1913-2004) ha lavorato in numerose città italiane
Forse non tutti sanno che il Teatro San Babila, cuore degli spettacoli milanesi, aperto nel 1968 e giunto a noi immutato, fu progettato dall’architetto Mario Gottardi. Certo, il fatto che egli fosse uomo discreto, lontano dalla mondanità, profondamente assorbito dal suo lavoro e dall’insegnamento universitario a Pavia, può spiegare l’attuale scarsa notorietà. Eppure, tanti furono gli incarichi prestigiosi che lo portarono ad affrontare il restauro di palazzi storici veneziani, (Palazzo Contarini delle Figure sul Canal Grande), la realizzazione di case, ville, chiese, uffici, teatri, grand hotel (il Bauer di Venezia) fra Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, nonché gli interior di turbonavi come la Leonardo da Vinci e la Michelangelo.
Oggi a rievocarne l’opera giunge la mostra «La grammatica della linea. Mario Gottardi, architetto e designer», aperta per la Mdw, presso la galleria–studio Spazio Idea4mi, in via Lanzone 23 (dal 15 al 29 aprile). Della rassegna è curatrice Caterina Corni, che da tempo segue il riordinamento dei vasti archivi del maestro, art director Paola Maria Gianotti. Il figlio dell’architetto, Giorgio, ricorda: «Mio padre si laureò al Politecnico di Milano nel 1939, unico architetto in una famiglia di medici, lasciando Venezia da ragazzo con un po’ di rammarico».
Tante case milanesi anni Cinquanta e Sessanta furono caratterizzate dalle sue cifre stilistiche: la scansione su più livelli degli ambienti, i controsoffitti sagomati, le nicchie retroilluminate scavate nelle boiserie con effetti teatrali. Oggi, dell’abitazione che fu di Gottardi in zona Tricolore restano arredi di stile funzionalista: poltrone, tavoli, tavolini. Alcuni di questi sono in mostra in via Lanzone, a fianco di recenti rivisitazioni limited edition.