Volkswagen, Diess parte in quinta «Scorporo e quotazione dei camion»
Il nuovo amministratore delegato: siamo sulla buona strada. Ducati, ipotesi vendita
Serviva un cambio a favore di una marcia veloce in Volkswagen, e in poche ore Herbert Diess, il nuovo amministratore delegato del colosso tedesco, nominato capo azienda appena giovedì sera a sorpresa al posto del 64enne Matthias Müller, ha premuto il piede sull’acceleratore del gruppo di Wolfsburg. «Dobbiamo approfondire il cambiamento — ha detto nella sua prima conferenza stampa da numero uno del gruppo — non fare una rivoluzione».
Il fatto di essere un outsider a Wolfsburg potrebbe essere uno dei suoi punti di forza, secondo gli esperti di questioni automobilistiche, rispetto a un uomo nato e cresciuto dentro Volkswagen come Müller, diventato ceo nel settembre 2015 per chiudere l’era di Martin Winterkorn, travolto dallo scandalo Dieselgate. Müller è stato fautore del rilancio del colosso automobilistico fino al record di 10,74 milioni di veicoli consegnati a fine 2017, battendo Toyota, e a 11,6 miliardi di euro di profitti. Adesso lo attendono una buonuscita da 20 milioni e una pensione da 3.600 euro al giorno, secondo calcoli fatti dal quotidiano Bild.
Diess, 59 anni, una carriera costruita prevalentemente in Bmw e in Vw dal 2015 pochi mesi prima dello scoppio dello scandalo mondiale sulle verifiche taroccate sulle emissioni diesel che è costato al gruppo oltre 25 miliardi di dollari negli Stati Uniti tra multe, risarcimenti e spese legali, ha spiegato ieri come intende rinnovare il primo produttore mondiale di auto, nel solco del precedessore: «La strategia 2025 è giusta». Dalla sua ha il sostegno del il supervisory board presieduto da Hans Dieter Pötsch — uomo di fiducia delle famiglie Porsche e Piëch, azionisti di controllo — e dei sindacati che nel consiglio di sorveglianza hanno dieci posti su venti.
Diess punterà su elettromobilità e digitalizzazione dell’auto e sui nuovi servizi della mobilità. Era stato proprio l’ex ceo ad aprire la strada annunciando che entro il 2020 gli stabilimenti che producono auto elettriche passeranno da tre a sedici. Il piano include anche la produzione di 30 veicoli alimentati a batteria entro il 2025 e nuovi ricavi addizionali da servizi come il noleggio dell’auto a tempo.
L’accelerazione di Diess — noto come tagliatore di costi — passa per il varo di un nuovo assetto del gruppo in sei settori di attività mentre i marchi del gruppo — tra i quali Skoda, Seat per il mercato di massa — saranno suddivisi nelle categorie: «Volumi», «Premium» e «Super Premium». «Abbiamo intenzione di includere Lamborghini nel nostro segmento superpremium», accanto a Porsche,
Elettrica Confermata la strategia dell’uscente Müller: auto elettrica e servizi digitali
Bugatti e Bentley. Ma ci potrebbe anche essere uno spin-off del gruppo, visto che è prevista la nascita di una divisione societaria per quotare in Borsa la division bus & truck. Su questa mossa ieri il gruppo in Borsa a Francoforte ha reagito poco (-0,2%). Ma Diess ha spiegato anche di voler verificare il valore e l’eventuale vendita di Ducati. «Sonderemo il valore di parti a margine del gruppo ed eventualmente le venderemo», ha affermato circa il marchio delle moto, la cui vendita è stata finora osteggiata dal consiglio di sorveglianza. Inoltre sarà creata un’entità dedicata al mercato cinese, mentre è stata annunciata una partnership con la giapponese Hino motors, controllata da Toyota, per rafforzare le tecnologie delle utilitarie.