«Fca? Non ha bisogno di consolidamento»
Elkann: lavoriamo per la migliore successione a Marchionne. Utili a 3,5 miliardi
L’assemblea svoltasi ieri ad Amsterdam è stata il penultimo impegno di Sergio Marchionne come amministratore delegato di Fca, prima del 1 giugno, quando illustrerà il suo piano che delineerà il futuro del gruppo. Nei 14 anni di mandato, Fca si è identificata nel manager, due entità che parevano inscindibili. John Elkann, il presidente di Fca, ha ancora chiarito nella lettera agli azionisti, che Marchionne lascerà alla fine del 2018. Elkann ha assicurato di lavorare per trovare «la migliore soluzione» e Marchionne ha voluto sottolineare che verrà identificata la persona giusta. Il presidente ha aggiunto che «il nome verrà ufficializzato nel 2019».
Nessuna malinconia dunque, assoluta razionalità nell’elencare un anno, il 2017, record, tanto che l’agenzia di rating Moody’s ha passato Fca da Ba2 a BB+. L’esercizio è stato liquidato con un utile netto aumentato del 93% a 3,5 miliardi di euro (7,1 miliardi prima delle tasse) su un fatturato stabile, di 110,93 miliardi di euro e le consegne globali pari a 4.740.000 unità. Quasi dimezzato l’indebitamento netto che oggi è pari a 2,4 miliardi di euro. I dividendi agli azionisti sono in stand by, in attesa dell’annuncio dell’azzeramento del debito (quasi certamente a giugno), a quel punto potranno essere ipotizzati per il futuro. Analizzando le varie regioni, Emea (Europa, Nord Africa e Medio Oriente) ha portato ricavi a 227 miliardi, con vendite arrivate a 1,37 milioni di veicoli (più 5%) che hanno permesso di stabilire una quota di mercato del 6,6%. Gli Usa sono stati altalenanti ma sempre determinanti, con 2.400.000 immatricolazioni e ricavi a 66 miliardi di euro. « In Cina — ha precisato l’ad — siamo arrivati in ritardo, cresceremo ma ci vuole tempo».
I problemi che rimangono sul tavolo riguardano i target delle emissioni 2022, Marchionne ha precisato che «saremo assolutamente conformi, rispetteremo i target europei e mondiali e non ci esporremo mai al rischio di una multa». A giugno saranno declinate le auto, pronte per andare in produzione, sia elettriche che ibride, «dimostreranno che Fca — ha sottolineato Elkann — può affrontare la mobilità del domani in assoluta autonomia». Elkann ha quindi ribadito che «il fatto che il settore automobilistico abbia bisogno di consolidamento non vuole dire che Fca abbia bisogno di fare qualcosa». Per quanto riguarda lo scorporo di Magneti Marelli lo spin off avverrà tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 ma la partita è ancora aperta. Ferrari ha venduto 8.398.384 vetture, quasi il 5% in più, con ricavi per 3,4 miliardi, in aumento del 10%. Il Cavallino continua a conquistare gli asiatici, gli americani e gli europei, nella specie i francesi, gli italiani e gli inglesi , a doppia cifra.