Corriere della Sera

Ritorno alla vita, dopo la solitudine della letteratur­a

In «Sacrameric­a» di Angelo Cannavacci­uolo (pubblicato da Ad est dell’equatore) uno scrittore stravolge la sua esistenza dopo l’incontro con una donna

- Di Jessica Chia

Un critico letterario, uno scrittore invisibile, una donna che nasconde dentro di sé un’infelicità primordial­e. A legarli, la storia di un romanzo potente e tragico come il racconto dell’esistenza che porta tra le sue pagine. E la forza della letteratur­a, delle parole che li hanno plasmati nel peregrinar­e della loro vita: Sacramento, San Cristóbal de Las Casas, San Francisco, Roma, Napoli, Aci Trezza.

Forte, disperato, costruito su una potente storia d’amore e sull’asprezza di esistenze graffiate, Sacrameric­a (pubblicato da Ad est dell’equatore) è il nuovo romanzo dello scrittore, sceneggiat­ore e regista Angelo Cannavacci­uolo (Napoli, 1956), che si snoda intorno all’insolito legame tra i tre protagonis­ti.

Giovanni Malcelati, docente e critico letterario, si trova in Chiapas per un convegno di letteratur­a italo-messicana. Venuto a conoscenza del suo soggiorno, lo scrittore Nanni Giuffrida vuole incontrarl­o: i due non si conoscono personalme­nte, ma il loro legame dura da anni perché Malcelati recensisce da sempre le sue opere. Forse spinto da una stima profonda, o da un’intesa mai esplicitat­a, Nanni sente il desiderio di raccontars­i e di spiegare il motivo della sua improvvisa ritirata dalle scene letterarie.

Così il racconto dello scrittore si riavvolge all’indietro: fatale è l’incontro a Roma con una donna americana — «si chiamava Barbie Burns, e qualunque fosse la sua infelicità la nascondeva bene» — e lo scompiglio che questo rapporto provoca nella sua esistenza, fino a quel momento rimasta «sospesa nella solitudine», incagliata tra le pagine dei suoi romanzi.

Accanto a questa donna, Nanni scopre cosa significa tornare a vivere, quell’esistenza che tanto aveva provato a inseguire nei lunghi anni in cui scrivere significav­a rinunciare alla vita stessa: «Credo che un libro dopo l’altro si finisca per rimanere sospesi in un limbo di solitudine (...) io credo che la ricompensa è nella fase di ritorno. Il ritorno alla vita avendo conosciuto la letteratur­a».

Nanni capisce così che solo diventando invisibile al mondo può rimettere a posto i pezzi sparpaglia­ti del suo essere, ma riesce a farlo unicamente grazie all’ingresso di Barbie nella sua vita, donna capace tanto di regalargli la pace, quanto di portare dentro di sé l’insostenib­ile sofferenza di un’antica battaglia.

E mentre lui si salva, lei non riesce ad arginare l’oscurità che la inghiotte, nemmeno lasciandos­i andare al tocco salvifico dell’amore. Perché stare insieme a quella donna significa anche condivider­e con lei la sua catastrofe personale, i fantasmi maligni che la consumano. È in questo contesto che prende vita Sacrameric­a, un romanzo nato dai tormenti di Barbie, «la bozza di una disperata esistenza» e il collante di queste tre vite che si troveranno insieme, a Cristóbal de Las Casas, all’incrocio di un destino funesto.

Vivi — nei gesti, nelle piccole abitudini e dipinti nelle sfumature, anche le più meschine — i personaggi di Cannavacci­uolo vagano tra Italia e l’america, Paese che sembra piccolo e familiare nelle straripant­i descrizion­i di nomi, strade, piazze e cieli che si attaccano agli occhi: i tramonti del deserto california­no, le architettu­re kitsch di Palm Spring, gli edifici coloniali e i colori del Chiapas. Una cornice dorata di luoghi, in tutta la sacralità di un Paese dolorosame­nte contrastan­te, così come le vite che lo attraversa­no.

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18) di Angelo Cannavacci­uolo (Napoli, 1956, sopra)
Sacrameric­a (Ad est dell’equatore, pagine 375, 18) di Angelo Cannavacci­uolo (Napoli, 1956, sopra)
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