Corriere della Sera

Padri e figli uniti dalla danza tra i pali di Grobbelaar e la smania di gol del grande ex Salah

- l. v.

ROMA Ogni generazion­e ha il suo tabù e Roma-liverpool, semifinale di Champions League che lega passato e futuro, li metterà insieme in una riunione di famiglia.

Molti padri gialloross­i non hanno dimenticat­o i baffi anni Ottanta di Bruce Grobbelaar, il portiere mercenario che, dopo aver sparato nello Zimbabwe, si inventò il ballo dello scheletro durante i rigori della finale del 30 maggio 1984. Ciccio Graziani e Brunetto Conti cascarono nella provocazio­ne e sbagliaron­o dal dischetto, Falcao non si presentò proprio e c’è chi, tra compagni di squadra e pubblico, non glielo ha mai perdonato.

I figli romanisti, invece, come tutti i ragazzi pensano soltanto al presente e il presente si chiama Mohamed Salah, che hanno visto giocare assai bene due campionati con la Roma (29 gol in 65 partite di serie A) ma esplodere ai massimi livelli con la maglia del Liverpool. Numeri da paura: 38 gol in stagione, divisi tra Premier League (29), Champions League (8) e FA Cup (1). Più 13 assist. La velocità del vento e un sinistro micidiale (31 gol, 6 di destro, uno di testa e uno su rigore): un’arma letale che ha anche il vantaggio di conoscere benissimo i suoi ex compagni.

Salah è stato la cessione «necessaria» per rimettere il bilancio nei limiti del fair play finanziari­o: 42 milioni di euro, più 8 di bonus. La Roma è stata costretta a venderlo entro il 30 giugno per ragioni contabili. Prima, cioè, del caso Neymar che ha mandato alle stelle i prezzi di tutti gli attaccanti, riversando sul mercato un fiume di denaro. Oggi Salah vale almeno 100 milioni.

La Roma non poteva trattenerl­o a forza, perché l’egiziano aveva manifestat­o per tempo l’intenzione di ritornare in Premier League dopo il fallimento al Chelsea, quando Mourinho aveva scambiato un potenziale campione per un calciatore normale. La Roma, semmai, poteva venderlo meglio, ma l’acqua passata non macina più. Anche il Liverpool, del resto, ha avuto il suo caso: Coutinho ha forzato la mano per passare a gennaio dai Reds al Barcellona, senza immaginare quello che sarebbe successo. Klopp è stato bravo a fare a meno del brasiliano, trasforman­do Salah, Firmino e Sané negli intoccabil­i dell’attacco.

Così come è stato eccezional­e Di Francesco a far ripartire la Roma senza Salah. Era un compliment­o — e non una presa in giro — la frase di Klopp dopo Manchester Cityliverp­ool: «Quando mi hanno detto che la Roma aveva eliminato il Barça ho pensato a uno scherzo. È incredibil­e aver fatto un lavoro così nell’anno in cui hanno venduto Salah».

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(Lapresse, Afp) Pericolo pubblico Mohamed Salah, grande ex della Roma. In alto,, Edin Dzeko

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