Corriere della Sera

«Italiani guerrieri ma Ronaldo e Messi fanno la differenza»

Vialli: «Juve epica, pensava di avercela fatta»

- Giampiero Timossi

Scienziati, duelli (western), outsider. Sarri, Allegri, Roma o Liverpool. In campo il suo calcio non concedeva banalità, come ora i suoi commenti. Di football ora parla su Sky, raccontand­o storie senza scorciatoi­e, volando tra Londra e Milano. Le notti di Champions se ne sono appena andate e Gianluca Vialli sostiene: «La differenza tra il calcio italiano e quello spagnolo? La fanno Cristiano Ronaldo e Messi, io la penso così. Non siamo un popolo di conquistat­ori, ma di combattent­i. Scendiamo in campo con un piano tattico, che spesso gli altri non riescono a interpreta­re. Per questo siamo Italiani, con la I maiuscola, e dobbiamo iniziare o continuare a esserne orgogliosi».

Vialli, lei ha vinto la Champions League, cosa

pensa che sia passato nella testa dei bianconeri durante Real-juve?

«Quella della Juventus è stata una partita epica, una rimonta impossibil­e. Credo che un giocatore in quel momento stia compiendo un’impresa e pensi: ora non mi ferma più nessuno, sto eliminando i campioni, i più forti. Ora porto a casa la Coppa. Credo che, anche per questo, alla fine sia prevalsa la sensazione di aver subìto un’ingiustizi­a».

Quel rigore a tempo scaduto è stata vera ingiustizi­a?

«Sapere che esiste la Var e vedere quarto e quinto uomo immobili, mi è sembrato di tornare indietro anni luce. Ma il discorso è articolato: l’arbitro Oliver è inglese, lo conosco e dico che è al di sopra di ogni sospetto. Ed è vero, però, che il calcio in Inghilterr­a non abitua gli arbitri a certe pressioni. Da quel che ho visto, credo di poter dire che in quel momento Oliver avesse sull’azione una visuale diversa, forse migliore, rispetto a quella di Gigi».

La Var avrebbe risolto tutto?

«È uno strumento in più e già per questo sembra utile. Ma anche con la Var sarebbe stato impossibil­e dare un giudizio insindacab­ile sull’entità del contatto tra Benatia e Lucas Vazquez. Una volta rivista l’azione decide comunque un arbitro».

Un colosso come Vialli non sarebbe mai caduto come ha fatto Lucas Vazquez?

«Io ho sempre cercato di aiutare l’arbitro, dunque se c’era un fallo glielo facevo vedere. Non simulavo, ma cercavo di fargli vedere cosa era successo».

La reazione di Buffon?

«Gigi è un campione, la sua è stata una reazione umana, istintiva, non tocca certo a me giudicare. Mi è dispiaciut­o che sia stato espulso, per molti motivi».

Per esempio?

«Una partita già epica avrebbe regalato un’emozione in più: un duello alla Mezzogiorn­o di Fuoco. Cristiano Ronaldo sul dischetto, Gigi sulla linea di porta».

Che semifinale sarà quella tra Roma e Liverpool?

«È una doppia sfida tra due squadre in forma che non hanno nulla da perdere. Per i gialloross­i uno stimolo in più sarà la voglia di cancellare la sconfitta nella finale di Coppa Campioni, il 30 maggio 1984, all’olimpico»

La Premier è il calcio più ricco, ma non vince la Champions da 6 anni: perché?

«Perché, da bravi isolani, sono convinti che sia più importante vincere la Premier, poi la FA Cup, quindi la Champions».

In campionato come reagirà la Juve all’eliminazio­ne?

«Si capirà subito dalla sfida con la Sampdoria, squadra difficile da affrontare. Ma la Juve ha gli attributi, sa reagire a situazioni psicologic­amente difficili».

Le piace Giampaolo?

«Molto, da sampdorian­o spero resti a lungo sulla panchina

d

Qualità di Sarri e Allegri Sarri è un genio, Allegri è bravissimo a lanciare un gioco valorizzan­do le potenziali­tà dei suoi

blucerchia­ta. Sa come far giocare le sue squadre e dà ai giocatori nozioni che, in caso di cessione, sono una garanzia anche per il nuovo allenatore».

Vialli avrebbe preferito fare l’attaccante per Sarri o Allegri?

«Sarri è un genio, ma sarebbe stato un po’ troppo per un giocatore come me abituato a uscire dagli schemi. Allegri è bravissimo a lanciare un gioco valorizzan­do al massimo le potenziali­tà di tutti i giocatori dei quali dispone».

Venderebbe Dybala per 150 milioni?

«Spero che Dybala resti e possa diventare un simbolo della Juve, come lo è stato Del Piero. Poi mi piacerebbe vedere un centravant­i italiano alla Juve, ovviamente solo quando sarà finito il ciclo di Higuain, che è fortissimo. Al momento vedo solo Belotti del Toro».

Belotti è l’attaccante che le assomiglia di più?

«Difficile dirlo, nella mia carriera ho cambiato spesso posizione in attacco. Però sì, gioca molto per la squadra, appena può la mette dentro. Poi corre come corro io. (Pausa). Come correvo io».

Vialli, a 53 anni, come sta?

«Bene, sto riprendend­o il mio peso forma». E si è appena seduto a tavola, «I would like to order, please/posso ordinare, per favore?».

Belotti come me...

Belotti corre come me e gioca molto per la squadra: poi appena può la mette dentro

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Volto tv Gianluca Vialli, 53 anni: ex attaccante ed ex allenatore, oggi è opinionist­a televisivo

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