Corriere della Sera

Il nido del cuculo e Mozart Il cinema ribelle di Forman

I genitori uccisi dai nazisti, fuggì da Praga dopo l’arrivo dei Russi Addio a Forman, l’esule che conquistò Hollywood Premio Oscar con Nicholson e il genio della musica

- di Enrico Girardi e Maurizio Porro

Èmorto improvvisa­mente, dopo pochi inesorabil­i giorni di malattia, a Danbury, seconda patria americana, Milos Forman il regista ceco di 86 anni che aveva trovato in Usa il successo con film memorabili come Qualcuno volò sul nido del cuculo, Hair, Amadeus. La biografia di Forman, nato il 18 febbraio 1932 a Caslav, è molto simile a quella di Polanski, viene dall’est e subisce le angherie storiche prima naziste (i genitori morirono nei campi di sterminio) poi comuniste. Gli echi di questa voglia di ribellione saranno per sempre il tema conscio o inconscio del suo cinema, imparato da Milan Kundera all’accademia dello spettacolo.

Quando scoppia la Primavera di Praga e i carri armati sovietici scrivono col sangue il The end, Forman è a Parigi. Non tornerà a casa, nella patria oggi smembrata, lasciandos­i dietro vicissitud­ini familiari a tinte forti ma anche il valore inestimabi­le della sua giovinezza. Con Gli amori di una bionda e L’asso di picche, anni ‘60, tiene alta la bandiera della nouvelle vague nel «partito» universale generazion­ale di Truffaut, Scorsese, Bertolucci, e si prenota l’oscar. Sono film scritti di getto con la biro dell’improvvisa­zione sbandieran­do audaci optional dei giovani. È il tema del primo successo che si riflette nella New Hollywood di Taking Off (71), scritto col buñueliano Jean Claude Carrière, cronaca dello sgomento della classe sociale genitorial­e: scena famosa quando papà e mamma si fanno lo spinello. Anche se in anticipo, con lo spirito siamo già nel Central Park di Hair, 1979, riduzione green del cult musical hippie: la cartolina per il Viet è strappata da tempo ma resistono le sirene del libero amore nelle uniche coreografi­e della Tharp e nelle musiche epocali. Forman, che nel suo cuore tiene Ford, Chaplin e Keaton, ingrossa la schiera dei molti registi stranieri, come i rifugiati europei degli anni 30-40 e oggi i messicani. Come rifugiato di lusso, può permetters­i di giocare contro il sistema: politica, razzismo, liberi amori, condiziona­mento e il consumismo culturale che porta al cervello lobotomizz­ato. È il sentimento trionfante in Qualcuno volò sul nido del cuculo abile storia alla Basaglia di un manicomio in cui il rozzo anarchico Jack Nicholson conquista la Bastiglia delle istituzion­i, della burocrazia, del conformism­o.

Forman, da intenditor­e, combatte contro ogni gulag, è il regista dei ribelli e sta dalla loro parte. Cinque Oscar per il Cuculo, successo mondiale prodotto da Michael Douglas, che non si ripete per Ragtime (’81) tragico cabaret sull’america anni 10, ispirato dal libro di E.L. Doctorow (nel cast l’ultimo James Cagney ed anche Norman Mailer). Forman possiede pure la grazia dell’ironia, che usa a molti gradi, sorridendo amaro, ne ha viste tante. Ecco Amadeus, testo teatrale di Peter Shaffer sulla sfida tra mediocrità, opportunis­mo contro il genio, con l’esuberante Mozart di Tom Hulce e Murray Abraham: un film realizzato col cuore, che piace a tutti. Stavolta sono otto Oscar, il secondo per Forman, che ha il merito di riprendere con amore la sua Praga, travestita da Vienna.

Segue poi una terza versione delle Relazioni pericolose, il libertino best seller epistolare del 1782 di Choderlos de Laclos che aveva ispirato Vadim e Frears. La carriera di Forman si chiude qui, con molti premi (4 Golden Globe, un Orso a Berlino) e due titoli in finale di carriera che sono ancora due scomode storie biografich­e a stelle e strisce, due ribelli contro l’ordine borghese. L’entertaine­r Andy Kaufman (alla Lenny Bruce) nel bellissimo Man on the moon (1999) con Carrey, ritratto di un’america sempre più amara. E ancora per non stare in colonna, lui che ha avuto tre mogli, prodotto da Stone in epoca neo puritana, la vita di Larry Flynt (Woody Harrelson), business dell’industria pornografi­ca.

Finale di carriera in sordina con L’ultimo inquisitor­e

Malattia

Smise di girare film a causa di una grave patologia che lo colpì all’occhio destro

(2006), ispirato a Goya, con Javier Bardem, uno dei grandi attori che Forman ha valorizzat­o in una carriera chiusa da una cartella medica nel 2006 per una degenerazi­one maculare all’occhio destro che gli impedì di lavorare, concedendo­si apparizion­i come attore. Solo Woody Allen, scherzando, può dirigere cieco.

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 ??  ?? Amadeus Milos Forman e Tom Hulce nel 1984 sul set del film vincitore di otto premi Oscar, tra cui miglior film, miglior regia e miglior attore protagonis­ta (a Murray Abraham). Il film segue le vicende del compositor­e Antonio Salieri (Abraham) alla...
Amadeus Milos Forman e Tom Hulce nel 1984 sul set del film vincitore di otto premi Oscar, tra cui miglior film, miglior regia e miglior attore protagonis­ta (a Murray Abraham). Il film segue le vicende del compositor­e Antonio Salieri (Abraham) alla...
 ??  ?? «Qualcuno volò sul nido del cuculo» (1975) Jack Nicholson e Will Sampson in una scena del film
«Qualcuno volò sul nido del cuculo» (1975) Jack Nicholson e Will Sampson in una scena del film
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«Hair» (1979) Treat Williams nel musical emblema dalla protesta contro la guerra in Vietnam
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«Larry Flynt - Oltre lo scandalo» (1996) Woody Harrelson e Courtney Love nel film candidato a due premi Oscar

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