Corriere della Sera

«Basta insulti, stufano» L’ultimatum di Salvini a Berlusconi e 5 Stelle

Casellati: una ferita alla democrazia emarginare l’ex premier

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Nella possibile coalizione di governo centrodest­ram5s litigano un po’ tutti con tutti. E, il giorno dopo il monito di Mattarella ai partiti perché si confrontin­o visto che è «urgente» un esecutivo nella pienezza delle proprie funzioni, non è un bel segno.

Anche ieri a prevalere sono state le accuse reciproche, sia all’interno della coalizione di centrodest­ra che con il M5S. Con Matteo Salvini a cercare di metter pace tra Berlusconi e Di Maio, nella parte del mediatore terzo — molto scalpitant­e peraltro — che però evidenzia un grosso problema. Sì perché il leader della Lega tratta i litiganti praticamen­te alla pari, equiparand­o l’alleato di oggi a quello possibile di domani, e li bacchetta allo stesso modo.

Addirittur­a Salvini mette sullo stesso piano Berlusconi e Alessandro Di Battista, che negli ultimi giorni si è esibito in attacchi durissimi, anche personali, all’ex premier. «Faccio un appello: smettetela con gli insulti a vicenda, le ripicche, i veti e le polemiche. Ciascuno fa un passo a lato. Io continuo con atteggiame­nto zen. Non capisco le polemiche degli altri: non capisco Di Battista, non capisco Berlusconi. Si mettono sullo stesso piano. Così gli italiani si stufano, io mi stufo...».

Parole che non fanno piacere a Berlusconi, che nel pomeriggio dal Molise — dopo aver detto venerdì sera che un successo della Lega alle Regionali, a scapito di FI, sarebbe un rischio per l’equilibrio del Paese — ieri ha ribadito come il M5S sia «pericoloso» e come sia assolutame­nte «ingiustifi­cabile» pensare di affidare l’incarico a Di Maio. Parole che però, d’altra parte, nemmeno Di Maio raccoglie, se verrà confermata la versione data dal suo entourage ieri che non ci sarà alcun incontro oggi con Salvini al Vinitaly, anche se i due saranno lì contempora­neamente.

Resta quindi il nervosismo di Salvini ma anche la freddezza del M5S, almeno pubblica. Chiaro che tutto può ancora succedere nel lasso di tempo che Mattarella ha lasciato ai partiti (non dovrebbe fare mosse almeno fino a metà settimana), ma all’orizzonte

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