All’alleato Economia e Interno Il piano del Movimento
Lo schema con Di Maio premier prevede alcuni dicasteri chiave alla Lega
Strategie
● Dal Quirinale è arrivato un aut aut alle forze politiche uscite vittoriose dalle urne il 4 marzo — i 5 Cinque Stelle e la coalizione di centrodestra formata da Lega, Forza Italia e Fratelli d’italia — affinché trovino un accordo in tempi rapidi
● L’evoluzione dello scenario istituzionale impone, quindi, una revisione delle strategie finora adottate dai 5 Stelle, che contavano di aver impresso una svolta alle trattative con la Lega (e senza Forza Italia) dopo la sintonia dimostrata per l’elezione di presidenti, vicepresidenti, questori e segretari delle Camere
● La resistenza del leader della Lega, invece, ha per ora bloccato il dialogo: Salvini resta ancorato alla coalizione di centrodestra MILANO L’attesa e uno schema, un invito ben delineato sul tavolo. Il Movimento ostenta tranquillità. «Un commento sull’appello di Matteo Salvini a cercare di superare i veti? Conosce la risposta». E ancora: «Gli attacchi contro di noi di Silvio Berlusconi? Sono espressioni che ha già utilizzato». I Cinque Stelle commentano così, minimizzando e rimanendo fermi sulle posizioni delle ultime settimane gli ultimi avvenimenti.
Filtra più ottimismo nelle ultime ore rispetto a riprendere quel filo, quel dialogo che è parso interrompersi dopo le ultime consultazioni al Quirinale.
La diplomazia sotterranea con la Lega continua a lavorare. L’impressione è — come sostiene un pentastellato — che si proceda «a piccoli passi». «Noi rimaniamo fermi, conoscono le nostre posizioni, chiediamo solo che venga rispettato il peso di un movimento che ha ottenuto il 32%»: il messaggio è sempre quello. Con un’aggiunta non indifferente: «Aspettiamo che sia il centrodestra a risolvere i suoi problemi». Un’apertura che i vertici mettono sul tavolo, rimandando di fatto i discorsi almeno a dopo il voto in Molise, che potrebbe dare già un segnale chiaro alle forze in campo. Un primo round che potrebbe essere già decisivo, con il secondo fissato per la settimana successiva con le Regionali in Friuli-venezia Giulia.
Oggi tutti al Vinitaly, crocevia della crisi
«Le pregiudiziali su Berlusconi rimangono qualunque sia la personalità che sarà incaricata di formare un esecutivo», dicono i pentastellati. Frasi che indirettamente lambiscono anche scenari con figure istituzionali chiamate a sondare il terreno per cercare una maggioranza di governo. Fantapolitica finché non si pronuncerà il Colle.
Insomma, nel frattempo i Cinque Stelle rimangono in attesa sul loro schema con Luigi Di Maio premier, invocando sempre come vincolo il contratto alla tedesca. Uno schema che — secondo le indiscrezioni — prevede ovviamente concessioni anche al Carroccio. Due i dicasteri chiave, in particolare, che potrebbero vedere alla guida personalità «concordate» ma indicate di fatto dalla Lega: si tratta di Economia e Interno. E ovviamente la squadra di governo indicata dai Cinque Stelle potrebbe subire altri rimaneggiamenti (Fraccaro, per esempio, eletto questore anziano alla Camera difficilmente ne farà parte). Un domino in movimento a cui per ora non si è trovata soluzione.
Intanto, i «ministri in pectore» pentastellati proseguono a essere aggiornati e informati sui programmi. «Tutto può succedere», si limitano a ribadire alcuni parlamentari sugli sviluppi futuri.
Ma per una giornata la trattativa sul governo ha lasciato il passo alla «mondanità». Di Maio ha trascorso il pomeriggio a seguire in prima persona l’e-prix, la sfida tra monoposto elettriche all’eur di Roma. Per lui — in maglione e camicia — prima incontri nell’area riservata e foto (anche con Flavio Briatore) poi un selfie sulle tribune con il fedelissimo Riccardo Fraccaro e la compagna Giovanna Melodia. Un break dal protocollo e dalla politica, in attesa di rituffarsi oggi in incontri prima al Vinitaly (dove aleggia la lontana possibilità — tenuta appesa a un filo — di un saluto con Salvini) poi in serata di nuovo sul palco a Udine per la campagna per le Regionali.
Il veto
Su Berlusconi «le pregiudiziali restano chiunque sia incaricato di formare il governo»