Sarri litiga, fa la pace e ragiona sul suo futuro
«Biglia? Alla fine non è successo niente. Il contratto? Mi aspetto l’adeguamento»
MILANO Il finale di gara sembra il saloon di un far west. «Da giocatore queste scene mi piacevano, ora devo dare l’esempio e ne son rimasto fuori» racconta Rino Gattuso sornione. Lo scambio di cortesie avvenute in conclusione di partita fra Biglia e Insigne, con sospetto calcetto finale rifilato dal milanista alla punta partenopea, ha generato il parapiglia. Compagni e dirigenti hanno tenuto lontani i duellanti finché Sarri ha tuonato: «Con Biglia ci voglio parlare io». Alla fine il tecnico del Napoli ha minimizzato l’episodio: «A fine partita avevo avuto l’impressione che l’argentino avesse fatto un gesto a Lorenzo. Per questo mi sono arrabbiato. Ma dopo che lui mi ha replicato che non aveva detto nulla la questione si è risolta».
Sarri punta l’indice contro chi vorrebbe ridimensionare il pari di San Siro. «Se avessimo giocato una gara del genere nel girone d’andata parlereste di grande partita. A noi non interessa cosa fa la Juve, se ci facessimo condizionare psicologicamente dai suoi risultati saremmo già retrocessi perché vince sempre. Non parlerei di flessione fisica da parte dei miei giocatori, casomai sono le energie mentali e nervose a scarseggiare». Il futuro resta una pagina bianca da scrivere. «Il contratto ce l’ho, poi se il presidente non fosse così generoso da garantirmi un rinnovo adeguato allora continuerei a guadagnare quanto percepisco ora che comunque è meno di quanto incassano altri allenatori. Resterò volentieri se potrò ripagare i tifosi con dei risultati».
Di mercato parla anche Gattuso: «Abbiamo alzato l’asticella e a fine stagione con un campionato sulle spalle, con 2-3 innesti, si alzerà ancor di più».