Max, un Gp da Marquez: troppi colpi di testa
Ma l’olandese si scusa con Seb: «Sono stato troppo aggressivo, dovevo aspettare»
Tempi particolari, nel mondo dei motori. Ci si ritrova in pista e ci si scontra. A ciascuno il suo: Valentino Rossi nella Motogp ha ritrovato Marc Marquez sulla sua strada (meglio, contro la sua moto), Sebastian Vettel in Cina ha assaggiato la guida senza scrupoli di Max Verstappen, con il quale nel 2016 aveva dato vita in Messico a un duello rusticano finito con la perdita del podio da parte del tedesco, con battute pesanti tra i due e con uno sfogo di Seb contro il direttore di gara che gli costò l’ira di Jean Todt, presidente della Fia.
La differenza rispetto a quella corsa è che stavolta Supermax ha proprio centrato il ferrarista in un attacco doppiamente insensato perché a) si era al giro 44 di 56 e dunque non mancava il tempo per provarci e b) la sua Red Bull, con gomme più morbide, aveva un passo che in breve avrebbe consentito il sorpasso.
Rispetto all’episodio di due anni fa — e rispetto anche alla feroce rissa dialettica esplosa tra il Dottore e il «cabroncito» la scorsa settimana in Argentina — c’è poi un’ulteriore diversità: stavolta i due non si sono accapigliati con le parole. Ha aiutato l’atteggiamento remissivo di Verstappen-marquez, che due anni fa non era invece arretrato di un millimetro nelle convinzioni: «Sono stato troppo aggressivo: avrei potuto aspettare per l’attacco. È più facile parlare al termine della corsa, ma in quel momento ho bloccato le gomme e gli sono finito addosso. Mi sono chiarito con Sebastian».
Vettel-rossi, che per radio aveva grugnito un poco promettente «non c’è nulla di più da aggiungere», ha accettato le scuse dell’olandese e la bufera s’è placata ancora prima di nascere: «Sono le gare, sono cose che possono accadere; però è stato negativo per entrambi». Vero: si sono «fumati» un probabilissimo podio e Verstappen ha dovuto incassare la frase a sberleffo di Lewis Hamilton, con il quale ci sono pure state sportellate anche se alla fine l’errore di Max e i 10 secondi di penalità scontati hanno aiutato il campione del mondo.
Eccola allora la frase beffarda: «Arrabbiato con lui? No, in realtà sono grato a Verstappen per il suo modo di guidare». Resta il fatto che l’olandese alla terza gara è già oltre le righe e la punizione di Shanghai avrebbe potuto essere più pesante, giusto per ricordargli due o tre cose che il team, innamorato del suo talento, forse omette di dirgli. Di buono, peraltro, c’è la consapevolezza dell’interessato di attraversare un momento nero: «Il mio inizio di stagione, per vari fattori, è una m...a. Devo cercare di rivedere tutto e fare meglio».