Voto di scambio, un arresto all’assemblea siciliana
Uno scossone nella «guerra di trincea» — come l’hanno ribattezzata alcuni pentastellati tra il serio e il faceto — che coinvolge i Cinque Stelle nella formazione del nuovo governo. Il Movimento preme per accelerare. Le parole di Luigi Di Maio («Aspetterò ancora qualche altro giorno, dopodiché uno di questi due “forni” si chiude», ha detto su La7) aprono nuovi scenari. Il Movimento si dice pronto ad «ascoltare il Colle sulla necessità di una svolta» e rivendica «una sintonia» sull’iter. Tradotto in altre parole: una stretta su modi e sui tempi. I Cinque Stelle intendono sganciare il dialogo sull’esecutivo che sarà dalla partita sulle Regionali («Affari del centrodestra per misurare i loro rapporti», liquidano la vicenda i pentastellati). Una mossa «necessaria» — dicono — per rompere lo stallo e cercare di non arrivare a maggio con le scelte. «In un senso o nell’altro». Lo stesso Di Maio lo ha ricordato agli elettori ad Udine: «Non permettete a nessuno di usare queste Regionali per aumentare il peso contrattuale a Roma per il governo». E ancora: «Pensare che Mattarella si faccia influenzare dalle elezioni regionali per dare un pre-incarico è anche disonesto intellettualmente».
Il secondo forno, quello con il Pd, rimane sempre tiepido. E le soluzioni all’orizzonte — nonostante le schermaglie — sono le stesse dei giorni precedenti. Ma con una variabile. Accelerare in questa fase lascerebbe aperta (seppure di poco) anche l’ipotesi di un ritorno alle urne in tempi rapidi (o in autunno). «No a governi ammucchiata, governissimi o governi di transizione. L’unico governo rispettoso del voto del 4 marzo è quello del cambiamento che significa un governo forte e vincolato ad un contratto programmatico», non basterà. Perché ogni rivoluzione ha sì ribaltato lo status quo, ma prevede un vincente e un perdente, un nemico e un amico, qualcuno che comanda e altri che obbediscono. Insomma le rivoluzioni hanno spesso sostituito, raramente cambiato». E poi il garante conclude: «Siamo nell’assurdo. Serve una Rivoluzione, che parta dalle nostre teste». Al Vinitaly
Il leader dei 5 Stelle Luigi Di Maio, 31 anni, posa per un selfie a Verona con Alice Rachele Arlanch, 22 anni, Miss Italia
(Ansa)
Aveva scansato un’inchiesta su Bingo e mafia, aveva minacciato querele contro chi sospettava legami border line negli ultimi giorni di campagna elettorale alle Regionali del novembre 2017, ma ieri sera per uno dei 70 deputati dell’assemblea regionale, Giuseppe Gennuso, voti e clientele a Siracusa e dintorni, sono scattati gli arresti domiciliari. Stavolta a indagare è la Direzione distrettuale antimafia di Catania intervenuta temendo un pericolo di fuga e bloccando anche due mafiosi protagonisti di un presunto voto di scambio politico-elettorale sul quale aveva acceso i riflettori per primo il sito La Spia diretto da Paolo Borrometi, il giornalista a