Corriere della Sera

Tra tipografi, operai e dipendenti nell’ex dopolavoro del Corriere

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A Catania Raul Bova, lo scorso marzo, in segno di protesta al Metropolit­an non è rientrato in scena per gli applausi finali

In fondo a Viale Certosa, accanto a quello che i milanesi chiamano il cimitero di Musocco, c’è ancora il centro sociale della Rcs. Un’enorme area verde dotata di impianti sportivi che fu donata dalla famiglia Crespi negli anni 30 quando controllav­a il quotidiano di via Solferino. Ieri, tra tipografi e operai in pensione, c’è stato il debutto di Urbano Cairo in questa realtà dal sapore antico, nata come dopo lavoro per i dipendenti del Corriere della Sera. Oggi, tra campi da tennis e calcio, sopravvivo­no gli orti e le aree verdi gestite dai pensionati della Rizzoli. Tra aneddoti e ricordi degli ex dipendenti l’arrivo del presidente Cairo (e del direttore del Corriere Luciano Fontana) è stato vissuto come un riconoscim­ento atteso e gradito. «Dovete considerar­mi uno di voi perché il Corriere è un pezzo del mio cuore e della mia storia — ha detto Cairo —. Tornerò per giocare una partita di calcio, io da giovane ero ala destra della Pro Sesto. Sarò felice di farlo qui dove c’è un pezzo di storia del Corriere. Un modo per sentirmi ancora di più parte di questo mondo che ho sempre guardato con rispetto e ammirazion­e».

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La visita Urbano Cairo con i soci del Centro sociale

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