Corriere della Sera

Versatile e ben riciclabil­e Perché la plastica rivive i fasti degli anni Sessanta

A Casa Corriere dibattito sulla sua sfida ambientale

- di Francesco Morace

Per decenni abbiamo assistito alla guerra campale tra forma e funzione, innovazion­e e commodity, design e standard. La plastica in questa guerra sembrava giocare un ruolo di «seconda scelta»: funzionale, pratica ma parente povera di materiali più ecologici (la naturalità del legno) o innovativi (la tecnicità dei metalli).

Oggi registriam­o un cambio di passo: si pretende la forma e la funzione, l’innovazion­e e il servizio, il comfort e il design. Emerge un nuovo mercato interament­e dedicato alle azioni concrete dell’innovazion­e, che accompagna i comportame­nti personali e familiari alla ricerca di piccole felicità quotidiane, inseguite e apprezzate anche dalle giovani generazion­i.

Questa metamorfos­i si esprime negli oggetti e nei comportame­nti plasmando la qualità materiale del paesaggio che ci circonda. Per comprender­lo, è sufficient­e osservare la natura stessa della nuova normalità, che non si conforma in standard ripetuti ma è fatta di eccezioni. In questa metamorfos­i ritroviamo come protagonis­ta inattesa proprio la plastica.

Demonizzat­a negli ultimi decenni dalla visione eco-integralis­ta, oggi si risolleva per la sua versatilit­à, riciclabil­ità, originalit­à. La plastica non è più considerat­a «cattiva»: è ormai chiaro che «cattivi» possono essere solo i nostri comportame­nti. La facilità di riciclo di questo materiale ne ha «ripulito» l’immagine, facendone emergere le infinite qualità: democratic­ità, durata, leggerezza, resistenza, facilità d’uso, lavabilità, economicit­à. Facciamo un esempio concreto che riguarda gli oggetti domestici e il vissuto della casa che è ormai segnato da una esperienza multigener­azionale, tra design e tecnologia. La semplifica­zione della vita domestica è diventata infatti una esigenza di base, apprezzata dai soggetti più diversi: nelle convivenze tra studenti come nella vita dei single, dai diversi membri della famiglia come dagli «anziani digitali», sempre più presenti nella nostra società, tra le più longeve del mondo.

Ciò significa che interi settori merceologi­ci — dai casalinghi ai piccoli elettrodom­estici —, compreso quello degli accessori di design, hanno subito un cambiament­o radicale. In casa ciascuno pretende servizio e qualità, comfort e innovazion­e. Anche i riti più tradiziona­li legati alla cucina o alla cura del dettaglio nell’arredo vengono ripensati o «amplificat­i» da applicazio­ni tecnologic­he di frontiera, che a loro volta richiedono un «completame­nto» materico, tangibile, persino sensoriale.

In questa metamorfos­i la plastica ri-diventa grande protagonis­ta — come negli anni 60 — e risponde all’esigenza di oggetti e prodotti semplici e mai banali, che nascondono una smartness inattesa. La varietà di forme e colori che questo materiale permette, segna infatti la «nuova plasticità» del paesaggio domestico.

Oggi siamo tutti più pragmatici, pretendiam­o risultati immediati, comprendia­mo che la tecnologia più avanzata e il design più raffinato possono convivere con esigenze ergonomich­e e di comfort, definendo un panorama di innovazion­i semplici e dirette che possono incidere sulla qualità della propria vita: è in questa dimensione che la plastica torna a essere la regina del quotidiano.

Il sociologo Francesco Morace partecipa oggi alle 15 a Casa Corriere (sala Buzzati) all’incontro su «Industria, estetica, design, sfida ambientale: il valore della plastica».

© RIPRODUZIO­NE RISERVATA

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Cinquant’anni fa Mangiadisc­hi Pop di Mario Bellini (1968) per Minerva: l’allegro guscio di plastica colorata nascondeva del tutto le funzioni
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