Quello strano cantiere di via Nomentana
Caro Cazzullo, rispondendo alla lettera di un cittadino (Corriere, 12 aprile), lei ha definito quello per la realizzazione della «fantomatica» pista ciclabile sulla via Nomentana «un cantiere dove nessuno ha mai visto un operaio al lavoro, che elimina i parcheggi e intralcia il traffico». Siamo spiacenti di farle notare che non è vero. Le lavorazioni — la cui durata complessiva è stimata in poco più di un anno, 400 giorni per l’esattezza — sono iniziate lo scorso 18 gennaio sul primo tratto tra Porta Pia e viale Regina Margherita e, già dai primi giorni di aprile, stanno interessando anche quello tra via Regina Margherita e via Alessandro Torlonia. Dal suo avvio il cantiere non si è fermato nemmeno per un giorno (canoniche festività a parte) e sta pienamente rispettando la tabella di marcia. In questa fase si sta lavorando alle cosiddette opere propedeutiche: dalla modifica dei marciapiedi alle fondazioni per i futuri pali di illuminazione. Quanto alla perdita dei posti auto, la battaglia, lo riconosciamo, è difficile. Se è vero, come lei sostiene, che a Roma manca la cultura della bicicletta lo si deve anche e soprattutto alla carenza di adeguate infrastrutture. Se uno spazio dedicato non c’è, sui pedali non ci va nessuno o quasi. La cultura cambia quando cambiano le abitudini dei cittadini. E difendere a spada tratta il posto auto messo a repentaglio dalla ciclabile significa rifiutare a priori ogni forma di evoluzione.
Ufficio stampa di Roma
Servizi per la Mobilità Vi ringrazio per la cortesia dei vostri toni ma vi confermo che, pur facendo la Nomentana almeno 4 volte al giorno, non ho mai visto un operaio al lavoro nel cantiere. Si vede che ogni volta si nascondono.