Corriere della Sera

«Sette ore d’attesa in ospedale tra matti e clochard»

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Il pomeriggio del 3 aprile ho accompagna­to mia madre di 82 anni con attacchi di tosse violenta al Pronto soccorso dell’ospedale Niguarda di Milano (e lì abbiamo dovuto aspettare più di 7 ore per la visita in codice verde). Al nostro arrivo abbiamo notato uno uomo che dormiva occupando tre posti. Dormiva anche quando noi siamo andate via all’1.30 di notte. Verso sera sono arrivate sempre più persone simili a clochard che, con sacchetti pieni di cose si sono seduti in mezzo alle persone in attesa di essere visitate. Il nostro vicino di sedia si voleva accaparrar­e i nostri posti non appena ci siamo alzate per chiedere una spiegazion­e sul ritardo. Per ore non abbiamo potuto spostarci, visto che ormai la sala d’attesa si era quasi riempita di chi intendeva fermarsi lì per la notte. Abbiamo fatto presente la situazione alla sicurezza (non era certo questo il luogo o la struttura dove far rimanere queste persone) che ha solo detto loro di stare tranquilli. In più, dal Pronto soccorso psichiatri­co adiacente alla sala d’attesa è uscito, sbraitando, un uomo in evidente stato di alterazion­e. Una dottoressa e un uomo della sicurezza hanno permesso che circolasse in mezzo alle persone allibite e spaventate chiedendo sigarette. La mia segnalazio­ne spero possa servire ad evitare situazioni assurde come quella che abbiamo vissuto noi: è stato un vero e proprio incubo!

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