Corriere della Sera

Visco: «Banche, crisi superata Ma ora serve stabilità e fiducia»

Il governator­e di Bankitalia: ci sono ancora debolezze. Più hi tech e taglio dei costi

- Mario Sensini

Grazie al salvataggi­o pubblico degli istituti più deboli e al migliorame­nto dell’ economia, le banche italiane hanno superato la fase più difficile della crisi, ma restano delle «debolezze» da affrontare. «Per risolverle c’è innanzitut­to bisogno di stabilità e di fiducia. Interventi generalizz­ati, concitati e prociclici non sono d’aiuto», mentre «un aiuto può venire dalla revisione dell’assetto istituzion­ale e regolament­are europeo sulla gestione delle crisi, del quale vanno corretti gli eccessi di rigidità».

Il governator­e della Banca d’italia, Ignazio Visco, torna a sollecitar­e il sistema bancario italiano, che in un contesto normativo sempre più difficile, deve recuperare rapidament­e redditivit­à ed efficienza, e tornare a fare utili adeguati anche per favorire un necessario rafforzame­nto patrimonia­le. «La congiuntur­a favorevole rappresent­a un’opportunit­à che le banche devono cogliere per rafforzare i bilanci» ha detto il governator­e nella Lectio Magistrali­s tenuta ieri per il trentennal­e della Facoltà di Economia all’università di Roma Tor Vergata.

Le banche devono essere «più ambiziose» ed aumentare la redditivit­à «comprimend­o con decisione i costi, ma investendo nel contempo nel capitale umano e nelle tecnologie» ha detto Visco, ricordando, a margine del suo intervento, che nel sistema italiano «c’è e resta un tema di esuberi». Per aumentare gli utili occorre adeguare le strutture aziendali, innalzare produttivi­tà ed efficienza, ma anche riprendere la «ricerca di alleanze e aggregazio­ni» per conseguire le economie «di scala e di scopo» ha detto Visco.

La soluzione delle crisi bancarie in Italia è avvenuta mentre stavano drasticame­nte mutando le regole sulla vigilanza, i salvataggi, gli aiuti di Stato, e nel pieno della crisi economica (che in Italia è stata la vera causa dei dissesti). È costata relativame­nte poco allo Stato, l’1,3% del pil contro una media Ue del 5%, e non ha mai assunto la natura di una crisi sistemica.

Ora, ha detto il governator­e, c’è una finestra congiuntur­ale ancora positiva che le banche devono cogliere per rafforzare i bilanci. Nello stesso tempo c’è bisogno di maggior flessibili­tà sulle regole da parte della Ue. La proposta della Commission­e sulla liquidazio­ne dei piccoli istituti «è un passo in questa direzione». Ma allo stato attuale il «nuovo assetto europeo può mettere a rischio la stabilità finanziari­a, anche per l’alta complessit­à delle regole della loro interpreta­zione» ma anche le procedure e gli stessi tempi di gestione delle crisi.

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