IN SELLA ALLA STORIA
L’appuntamento Una mostra e una serie di iniziative inaugurano il nuovo ampliamento del museo Piaggio di Pontedera. Pezzi storici e opere d’arte per raccontare un’italia che è sempre in movimento
DAI PEZZI INDUSTRIALI ALLE MOTO IN SCENA I SOGNI DI UNA NAZIONE
All’ingresso, racchiuso nell’involucro architettonico più antico della fabbrica di Pontedera, una motrice ferroviaria di acciaio inossidabile realizzata negli anni Trenta dalla Piaggio, accoglie il visitatore.
Lo sorprende e lo proietta, come in un’opera futurista, al di là della vetrata, verso le cinque sale delle collezioni permanenti, la galleria dell’archivio storico e il nuovo spazio delle esposizioni temporanee. Certo, la Vespa è ancora regina e trionfa nel primo salone con i modelli storici, i prototipi e le novità. E quasi resti sopraffatto dalla bellezza ingegneristica, dal design e dalla storia che ognuna di queste «due ruote» emana. Come la mitica MP6, il prototipo di Vespa disegnato da Corradino d’ascanio nell’autunno 1945, oppure la 125 del 1951 resa celebre e immortale da Gregory Peck e Audrey Hepburn in Vacanze Romane. E ancora la 150 S di produzione spagnola con la quale, nel 1962, due studenti universitari, partirono da Madrid per un «giro del mondo in 79 giorni» e furono benedetti da Salvador Dalì che decorò la carrozzeria della loro Vespa trasformandola in un’opera d’arte.
Eppure basta lanciare lo sguardo poco al di là, per scoprire che il nuovo museo Piaggio non si è solo rinnovato arricchendosi ed espandendosi, ma adesso i 5 mila metri quadrati di collezioni permanenti (erano 3 mila) ai quali sono stati aggiunti altri 340 di esposizioni temporanee, che complessivamente raccontano un secolo di mobilità con oltre 250 pezzi esposti, sono diventati il più grande museo motociclistico d’italia e tra i maggiori in Europa. Un evento, non solo per gli amanti del marchio e della filosofia delle due ruote, ma per tutti coloro che vogliono ripercorrere la storia, l’arte e il genio di un’industria che ha fatto da contrappunto alla nascita di una nazione che risorgeva dalle ceneri della guerra proiettandola verso il futuro.
Non è un caso che ad inaugurare il museo sarà la mostra «Futurpiaggio, 6 lezioni italiane sulla mobilità e sulla vita moderna» (dal 21 aprile al 10 giugno) che attraverso i prodotti più iconici e le vicende dei suoi uomini e dei suoi marchi (Vespa, Piaggio, Gilera, Moto Guzzi, Aprilia, Derbi, Scarabeo e Ape), ripercorre i capitoli del Gruppo. La mostra prende spunto da un libro di Jeffrey Schnapp, docente al dipartimento di architettura e design dell’università di Harvard.
«Un mostra futurista che cerca di spiegare la storia dell’azienda guardando al domani — spiega Schnapp —. Un ossimoro, quasi, eppure capace di raccontare il passato guardando al domani. Mostra e museo s’ispirano anche ai valori fondamentali della modernità (leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, moltepli-
cità, coerenza) descritti da Italo Calvino in Lezioni Americane ed esplorati con le collezioni dei veicoli esposte».
Il museo valorizza gli altri brand del Gruppo. Trionfa nella sua meccanica bellezza la Gilera Rondine, la moto che nel 1937 frantumò i primati sui 50 e 100 km e sfiorando i 250 km orari. E ancora la Gilera in sella alla quale, nel 2008, Marco Simoncelli conquistò il Mondiale nella classe 250. Pochi passi più avanti c’è un’altra icona: la Guzzi V8 del 1957 che pavoneggia accanto al Falcone 500 e al Galletto 175. E ancora Aprilia con le moto del campionissimo Valentino Rossi, di Loris Capirossi e Max Biaggi.
Infine ci sono le moto ospiti d’onore. Non appartengono al Gruppo, ma alla storia del motociclismo e Piaggio le ha ospitate. Quasi ci si commuove davanti alla Brough Superior, la stessa moto amatissima di Lawrence d’arabia (che lo accompagnò sino alla morte) e che lui aveva ribattezzato la Boa l’oscura. Nel weekend dell’inaugurazione del museo, Pontedera farà festa con motoraduni, feste e celebrazioni dei 50 anni di Vespa Primavera.
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