La polizia inglese interviene sulle minacce a Oliver
L’arbitro di Real-juve finisce sotto tiro sui social. Buffon: «Mi accorgo che posso influenzare»
Comici più o meno divertenti, tifosi avversari ispirati, parodie di ogni genere, inscenate anche da portieri amatoriali (è accaduto in seconda categoria). Sempre con quel «bidone» che è entrato all’improvviso nell’immaginario collettivo. Ovviamente «al posto del cuore». Gigi Buffon forse aveva sottostimato il peso delle proprie parole. O forse più semplicemente ha agito di istinto come un atleta in trance agonistica: «Mi accorgo di avere un ruolo con cui posso influenzare, in determinati momenti, l’opinione pubblica — ha spiegato ieri il portiere della Juventus —. È probabilmente è stato così».
Purtroppo l’influenza può anche essere negativa e l’arbitro di Real Madrid-juventus, Michael Oliver, non sta vivendo giorni facili. La polizia inglese sta fornendo il supporto necessario a Oliver e alla sua famiglia, bersaglio di minacce proprio sui social. Anche la Uefa ha garantito pieno appoggio all’arbitro. Mentre il capo dei fischietti Fifa, lo svizzero Busacca, è intervenuto a Premium Sport sulle parole di Buffon: «L’arbitro è un lavoro nel quale devi decidere in meno di un secondo e non può pensare a molte cose. È come per i portieri, che devono parare con l’istinto senza pensarci. E per noi è uguale. Dobbiamo essere concentrati sulla decisione del momento, che è già difficile prendere». Anche Marcello Nicchi, presidente dell’aia, è tornato sul caso: «Perché a certi livelli bisogna stare attenti a ciò che si dice: i ragazzini ascoltano».
Lui, Super Gigi, conferma che «non è più lo stesso di mercoledì scorso». Anche grazie «a grosse passeggiate, funghi e margherite. Questa settimana mi ha fatto vivere emozioni forti, belle. Adrenalina allo stato puro. E io vivo anche per questo. Il futuro? «Le decisioni che prendiamo definiscono noi stessi e ci fanno diventare quello che vogliamo. Con i nostri pregi e i nostri difetti, pur esagerando e a volte sbagliando. Questo significa vivere ed è per questo che sono venuto al mondo». Buffon insomma è questo, prendere o lasciare. Anche se adesso toccherà a lui lasciare, il 4 giugno allo Stadium in Italia-olanda, amichevole fra escluse eccellenti al Mondiale: «Essere capitano dell’italia è il più bel regalo che la vita mi abbia fatto». Anche alla Nazionale non è andata poi così male.